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Taranto, Invitalia nell’ex Ilva ma non si sa come

 
Giacomo Rizzo

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Giacomo Rizzo

Ex Ilva, sindacati: anomalie su assunzioni e esuberi

Il governo dichiara di puntare alla piena produzione in sicurezza, ma non scopre le carte su assetti e piano industriale

Venerdì 02 Ottobre 2020, 12:46

12:47

TARANTO - Il Governo conferma la volontà di far parte della nuova Ilva attraverso l’ingresso di Invitalia con la prospettiva di arrivare alla «piena occupabilità» e alla «massima capacità produttiva» anche con l’uso di nuove tecnologie. Ma restano diversi nodi da sciogliere e non è ancora chiaro in che termini si concretizzerà questa partecipazione dello Stato. La trattativa con ArcelorMittal prosegue e il confronto di ieri al Mise tra il ministro Stefano Patuanelli, le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm Usb e Ugl e l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, è servito a fare il punto della situazione di una vertenza di grande complessità. Invitalia è la società Mef incaricata del coinvestimento dello Stato nel capitale di ArcelorMittal. All’incontro, il terzo in pochi giorni, non era stata invitata l’azienda. «Ci aspettavamo qualche dettaglio in più – ha commentato Valerio D'Alò della segreteria nazionale della Fim Cisl - sul piano che il Governo vuole mettere in campo dopo l'accordo di marzo che ha posto fine al contenzioso giudiziario. Di positivo c'è comunque che Invitalia ha confermato la volontà di entrare nella nuova società di Arcelor, bisogna ancora capire se con l'emissione di capitali o con una strategia di governance che possa anche indirizzare le strategie industriali».

Per Gianni Venturi della Fiom Cgil, «l'incontro è stato assolutamente interlocutorio. L’unica cosa positiva è che c'è stata la conferma, da parte dell’Ad di Invitalia, che la trattativa per l’ingresso dello Stato è molto avanzata e troverà conclusione nei prossimi giorni. Restano i nodi irrisolti che riguardano il piano industriale e strategico, legato ai nuovi assetti produttivi e degli impianti su Taranto, Genova e Novi Ligure. Il Governo è sembrato impreparato».

Il coordinatore nazionale Uilm per la siderurgia, Guglielmo Gambardella, parla di «ennesima occasione persa per discutere del futuro della più grande acciaieria europea».

È «grave», attaccano Sasha Colautti dell'Usb nazionale e Francesco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto, «che si arrivi con un tavolo privo di risposte e con un Governo che afferma di subire la presenza di una multinazionale che fa quello che vuole. Chiediamo nuovamente con forza che il Governo trovi il coraggio per allontanare ArcelorMittal e il suo Ad Morselli». L’Usb conferma «tutte le ragioni» dello sciopero di 24 ore indetto per oggi, a partire dalle 7, dei lavoratori ArcelorMittal, dell'appalto e di Ilva in As, con presidio davanti alla portineria C. Secondo l'Unione sindacale di base, lo stesso rappresentante del governo avrebbe ammesso che «affidare lo stabilimento al gruppo franco-indiano è stato un errore. L'unico elemento positivo è la disponibilità da parte del Ministro ad aprire un tavolo complessivo sulla siderurgia nazionale».

Le segreterie Fim, Fiom e Uilm di Taranto in una nota congiunta spiegano di aver chiesto «al Governo di accelerare con le decisioni in quanto la situazione all’interno dello stabilimento tarantino rimane precaria con le problematiche salariali e di sicurezza per i lavoratori».

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