TARANTO - I sindacati dei metalmeccanici hanno deciso di sospendere lo sciopero dei lavoratori dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto previsto per domani. E’ quanto riferiscono Fiom, Fim e Uilm al termine del tavolo al ministero dello Sviluppo economico.
«Abbiamo chiesto al Governo che a partire dall’emergenza Taranto si determini una svolta per quanto concerne il confronto sugli aspetti societari e industriali del gruppo Arcelor Mittal in Italia».
Così il segretario nazionale della Fiom, Gianni Venturi, al termine del tavolo al Mise. «Lunedì incontro tecnico sulle manutenzione e dal primo ottobre si apre un confronto generale sul piano industriale e gli assetti proprietari del gruppo per chiudere presumibilmente la trattativa entro il mese di ottobre», spiega il sindacalista.
«il ministro Patuanelli si è impegnato a intervenire su ArcelorMittal Italia affinché ci sia una convocazione a livello locale a strettissimo giro per consentire alle organizzazioni sindacali di esporre tutte le questioni relative alla sicurezza dello stabilimento di Taranto».
Così Guglielmo Gambardella, responsabile siderurgia Uilm Nazionale e Antonio Taló, Segretario Uilm Taranto, al termine del tavolo al Mise. «Per quanto riguarda le questioni relative al futuro piano industriale dell’ex Ilva il ministro - spiegano - ha già pianificato un primo incontro tecnico per lunedì prossimo in cui saranno presenti organizzazioni sindacali e Invitalia. A questo ne seguiranno altri per tutto il mese di ottobre. Lo sciopero per ora è sospeso, valuteremo eventuali altre iniziative in base all’approccio del governo».
VERSO INTERLOCUZIONE - «Lo sciopero di domani abbiamo intenzione di revocarlo perchè l’interlocuzione è stata ottenuta». Lo ha detto Valerio D’Alò della segreteria nazionale della Fim Cisl, parlando con i giornalisti al termine del vertice al Mise con i sindacati, convocato dal ministro Stefano Patuanelli sulla vertenza ex Ilva.
«Ricordiamo - spiega D’Alò - che una delle motivazioni forti era proprio la sordità che avvertivamo da parte del governo e da parte aziendale nonostante le nostre tante e continue denunce sulle condizioni degli impianti. Fortunatamente siamo riusciti a ottenere questo incontro e siamo fiduciosi che una interlocuzione possa partire».
«Viene confermato l’impegno del governo a partecipare al nuovo assetto societario», sottolinea D’Alò: «Ci sono ancora tanti e troppi nodi da sciogliere ad esempio sulle modalità di partecipazione del governo e sul ruolo di Invitalia e quale sarà il ruolo di ArcelorMittal. Sono ancora temi che dovranno essere sciolti non dico nei prossimi giorni ma nelle prossime settimane con l’interlocuzione sull'accordo del 4 marzo che tocca questi temi da cui il sindacato è stato tagliato fuori fino ad oggi».
Il ministro Patuanelli, ha osservato ancora il segretario Fim, «sta facendo un pressing sull'azienda in questi minuti perchè noi abbiamo preteso che agli incontri tecnici l’azienda sia presente per chiarire la sua posizione, le sue motivazioni, e soprattutto dia le risposte ai nostri dubbi su tutto quello che non ha volutamente fatto fino ad ora. Il ministro deve esercitare tutta la forza di un governo e pretendere dalla multinazionale non solo un atteggiamento collaborativo ma funzionale alla buona riuscita del progetto Ilva-Arcelor. Come dichiarato dal ministro - ha detto D’Alò - l’Italia non può fare a meno dell’acciaio ma bisogna trovare il sistema per produrlo bene».
«NO A PIANO INDUSTRIALE SENZA ACCORDO» - «Secondo quanto riferisce il Ministro, è in fase di discussione con Invitalia e ArcelorMittal il piano di coinvestimenti volto a definire un progetto importante di ampliamento per una decarbonizzazione mediante il ricorso a fondi europei, è tuttavia impensabile che ArcelorMittal ancora oggi non spenda nulla e che i futuri investimenti siano messi a disposizione soltanto dal Governo. Non può esserci nessun accordo su un nuovo piano industriale senza accordo sindacale».
Lo afferma in una nota il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, al termine dell’incontro tra il ministro Stefano Patuanelli, le organizzazioni sindacali e i commissari di Ilva sulla vertenza del siderurgico di Taranto.
«Il nuovo piano - aggiunge Spera - passa attraverso investimenti diretti all’Altoforno 5, al rientro di tutti i lavoratori a fine piano e all’ambientalizzazione per la salvaguardia dei cittadini che vivono nel territorio tarantino e dei lavoratori tutti. ArcelorMittal è inadempiente in tutti i suoi impegni».
Nei prossimi giorni, il ministro «convocherà l’amministratore delegato di Mittal e i commissari - prosegue Spera - per fare chiarezza su quello che sta accadendo con relative ispezioni agli impianti, nella prospettiva di definire un calendario di incontri per il prossimo mese in collaborazione con il Ministero del lavoro e dell’ambiente. Per quanto ci riguarda - conclude - il piano industriale messo in discussione dall’azienda non può che ripartire dell’accordo del settembre 2018 e non da quello del 4 marzo del 2020».
SINDACATI: «NESSUN LICENZIATO IN ILVA AS» - Il ministro ha ribadito con fermezza che nessun piano industriale che preveda la partecipazione dello Stato potrà prevedere un solo licenziamento, a partire dai lavoratori di Ilva in As».
Lo riferiscono i segretari di Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto, dopo l’incontro di oggi pomeriggio con il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli sulla vertenza ex Ilva. Si è fatto il punto sulla «difficile fase - aggiungono - che attraversa lo stabilimento siderurgico di Taranto sia dal punto di vista della sicurezza e della questione sociale e ambientale. Un incontro serrato, durato circa 3 ore, che ha prodotto un primo risultato rispetto alla calendarizzazione di una serie di incontri, a partire da domani alle ore 12 in cui ci sarà un primo confronto con i vertici di Arcelor Mittal».
Il successivo incontro, previsto per lunedì 28 settembre, "affronterà - osservano ancora Fim, Fiom, Uilm e Usb - la complessa vertenza ex Ilva, a partire dal futuro del gruppo con la presenza anche di Invitalia. Inoltre, nei prossimi giorni saranno programmati ulteriori incontri monotematici a partire dalla questione della sicurezza, dell’occupazione, dell’appalto e del salario dei lavoratori». Infine, le organizzazioni sindacali hanno «dichiarato ai commissari straordinari e al ministro Patuanelli - concludono - la necessità di fermare la fabbrica per le scarse condizioni di sicurezza legati ai mancanti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria».