«Se le nostre imprese sono chiuse, non è possibile vendere e quindi avere ricavi né tantomeno liquidità, ma le scadenze non si fermano. Il Governo deve darci una mano, con misure speciali per il nostro settore».
A lanciare il grido d’allarme è Mario Raffo, presidente provinciale di Federmoda Taranto, evidenziando che con la crisi sanitaria in atto, il settore della moda (tessile, abbigliamento, scarpe ed accessori), rischi seriamente l’estinzione.
Federmoda invoca quindi un intervento rapido e risolutivo da parte del ministero delle Finanze che blocchi promozioni e saldi fino al prossimo 31 luglio.
È un autentico dramma quello che stanno vivendo i dettaglianti del settore moda: l’emergenza Covid 19 non uccide solo gli uomini, ma sta distruggendo anche le imprese. In poche settimane, i commercianti hanno visto dissolversi non solo la stagione moda primavera-estate, ma probabilmente anche quella autunnale.
«Intanto da subito - incalza Raffo - dobbiamo fare i conti con le scadenze di fine mese: cambiali, utenze, fitti, stipendi, assicurazioni. Molti di noi non hanno la forza per gestire senza incassi una situazione del genere, occorre che il Governo intervenga, altrimenti il sistema collassa completamente. Purtroppo diversi colleghi sono già in grande sofferenza con le banche ed al limite delle loro possibilità, e starebbero valutando con i loro consulenti il modo per chiudere l’attività».
Insomma, alla ripresa diverse serrande potrebbero restare abbassate, e molta gente potrebbe ritrovarsi per strada, senza lavoro.
«D’altra parte - prosegue Raffo - già dall’ultima settimana di febbraio avevamo registrato un netto calo delle vendite, dopo una stagione autunno-inverno andata male, per via delle temperature elevate dovute al cambiamento climatico, ed una stagione saldi in discesa già dopo la prima settimana di promozioni, chiusa a meno 30 per cento. Alla prima settimana di marzo, ormai in emergenza sanitaria acclarata, registravamo il 95 per cento in meno degli ingressi-clienti nei punti vendita del capoluogo e della provincia».
L’8 marzo, quando Confcommercio Taranto, anticipando di 24 ore la decisione del Governo, aveva deciso, dopo un sondaggio tra associati e consumatori, di dichiarare la chiusura delle attività per ragioni sanitarie, molti negozi del capoluogo e della provincia avevano già deciso di mandare a casa i dipendenti e di fermare la vendita.
«Nei magazzini - afferma ancora Raffo - abbiamo intanto già la merce primaverile che non venderemo, abbiamo perso completamente le vendite di Pasqua e quelle delle cerimonie (comunioni e matrimoni), e tra fine aprile e maggio, quando presumibilmente riapriremo le attività, i fornitori tenteranno di consegnarci gli ordini per l’abbigliamento estivo, già fatti mesi fa. A quel punto avremo un altro problema con il quale dovremo confrontarci: la ripresa dell’attività della grande distribuzione che ripartirà assieme a noi piccoli punti vendita e che punterà sulle promozioni a prezzi stracciati».