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Taranto, vertenza Castiglia: 201 lavoratori licenziati

 
Redazione online

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Taranto, crisi nell'appalto ex Ilva: rischio 200 licenziamenti

ArcelorMittal «diserta» di nuovo l’incontro con la task force regionale

Martedì 08 Ottobre 2019, 11:14

TARANTO - Ancora una nulla di fatto. E così da oggi i 201 ex lavoratori dalla ditta Castiglia dell’indotto di ArcelorMittal, per i quali ieri è terminata la procedura di licenziamento collettivo, saranno in Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego), l'indennità mensile di disoccupazione di cui usufruiranno per due anni. Nessuna soluzione alternativa alla Naspi è emersa nell’incontro svoltosi ieri negli uffici della Prefettura di Taranto della task force regionale per l’occupazione, alla presenza dei sindacati, di alcune aziende appaltatrici, ma non dei rappresentanti di ArcelorMittal.

«Solleciteremo nuovamente la convocazione urgente del tavolo al Mise, auspicando una risoluzione definitiva della vertenza dei lavoratori dell’indotto per evitare ulteriori 300 esuberi all’ex Ilva di Taranto» dice l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Mino Borraccino. «Rileviamo ancora una volta - aggiunge l’assessore - la drammatica assenza della società franco-indiana che ignora ogni convocazione del tavolo regionale per l’occupazione. La Regione Puglia non resterà a guardare. Abbiamo già riconvocato per mercoledì 9 ottobre, alle ore 15, sempre in Prefettura, a Taranto, un nuovo incontro al quale abbiamo invitato il Prefetto, il sindaco, il presidente della Provincia e Confindustria Taranto».

«Abbiamo cercato - spiega Vincenzo Castronuovo della segreteria Fim Cisl Taranto-Brindisi - su più tavoli, con le aziende subentranti a Castiglia, in Regione Puglia a Bari e ora in Prefettura a Taranto, di trovare una intesa che evitasse i licenziamenti ed assicurasse la ricollocazione del personale. Ci siamo purtroppo trovati davanti un muro di indisponibilità». Nel passaggio dell’appalto delle pulizie industriali ad altre cinque aziende per i 200 lavoratori ex Castiglia (la maggior parte dei quali con contratto da metalmeccanico e gli altri con contratto multi servizi) non si è trovato l’accordo. Per il sindacalista «grave è l’assenza di ArcelorMittal e delle altre aziende appaltatrici, ad eccezione di Alliance Green Service (che è in joint venture con ArcelorMittal, ndr), considerato che le confederazioni avevano chiesto che il tavolo si spostasse in Prefettura, che è la sede territoriale del Governo». La Task force è stata convocata nuovamente per il 9 ottobre «ma non so - conclude Castronuovo - che ricaveremo visto che si tratta di lavoratori licenziati».

«Niente da fare, la grande industria - commenta in una nota il vicesindaco di Taranto Paolo Castronovi - non ce la fa proprio a collaborare. Un’altra occasione persa da ArcelorMittal per provare a invertire quella percezione negativa che si consolida ogni giorno di più nella città che ospita la fabbrica». Il senso «di responsabilità e la ragione - aggiunge - ci impongono di continuare a cercare il dialogo» ma «la fiducia tentenna, inutile nasconderlo, e segnali confortanti non ne arrivano da nessuna delle grandi presenze industriali, Eni compresa». Il Comune, conclude Castronovi, intende «continuare ad accelerare sulla transizione ecologica in Ecosistema Taranto supportata già da alcune delibere della giunta; una transizione che è assolutamente incompatibile con presenze così ingombranti, poco collaborative e mute. Ribadiamo ove mai ve ne fosse ancora bisogno che siamo in maniera convinta accanto ai lavoratori ed alle imprese»

«Ritengo grave nonché preoccupante l'assenza di Arcelor Mittal alla riunione della task force regionale per l’occupazione convocata oggi a Taranto. Sarebbe dovuta essere questa l’occasione per fare chiarezza sul futuro dei circa 200 lavoratori del gruppo Castiglia eppure, con rammarico, siamo costretti a prendere atto che la società franco-indiana continua, nonostante le richieste di cambiamento rispetto al passato, a dimostrarsi assente e inadempiente nei confronti del polo siderurgico tarantino» afferma, infine, in una nota il presidente del Gruppo LeU/I Progressisti alla Regione Puglia, Ernesto Abaterusso. 

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