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Taranto, emissioni odorigene, la replica dell'Eni: «Noi estranei, impianti fermi»

 
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Taranto, emissioni odorigine, la replica dell'Eni: «Noi estranei, impianti fermi»

Eni smentisce «che i fenomeni odorigeni lamentati ieri e oggi siano imputabili alla raffineria, i cui impianti sono tutti in fermo totale»

Giovedì 23 Agosto 2018, 19:39

TARANTO - «L'analisi della qualità dell’aria il 21 agosto scorso ha misurato un incremento dei principali parametri, ma sempre al di sotto dei limiti di legge». Lo precisa l’Eni in merito agli eventi conseguenti alla fermata della Raffineria di Taranto, verificatasi il 21 agosto scorso a seguito del forte temporale, che aveva determinato l’attivazione delle torce d’emergenza con l’emissione di fumo nero e fiamme. Eni smentisce «che i fenomeni odorigeni lamentati ieri e oggi siano imputabili alla raffineria, i cui impianti sono tutti in fermo totale».

Si escludono, aggiunge l’azienda, «anche sversamenti di idrocarburi, intesi come perdita di prodotto: la società Ecotaras, che era stata preventivamente allertata, è intervenuta per confinare e risolvere il fenomeno di iridescenza che si è verificato a causa del defluire direttamente nello scarico a mare di parte delle acque di dilavamento delle strade asfaltate, come conseguenza della quantità di acqua caduta, più di 12 mm in meno di due ore. Tale procedura è peraltro prevista dall’autorizzazione Aia».

Le dimensioni «eccezionali del fenomeno - sostiene ancora l'azienda - hanno provocato l’accidentale fermo dei sistemi di produzione di energia elettrica della fabbrica e quindi di tutte le sue unità. Per rendere più robusto il sistema ed evitare che situazioni del genere si possano verificare, sei anni fa Eni ha presentato un progetto di miglioramento del collegamento con la rete esterna, che consentirà di evitare il distacco, progetto che risulta essere in via di approvazione».

Quanto al sistema di sicurezza torce, Eni precisa che «è necessario a garantire la sicurezza degli impianti in caso di fermo improvviso, per bruciare gli idrocarburi più leggeri che altrimenti genererebbero incrementi di pressione, aumentando il rischio di possibili incidenti. È in corso la diagnosi dei guasti e il controllo delle unità fermate; si prevede di iniziare le operazioni di riavvio nel prossimo fine settimana». 

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