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Ecco Cruscò, il peperone crusco diventa un liquore da sorseggiare

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

Ecco Cruscò, il peperone crusco diventa un liquore da sorseggiare

L’idea di una giovane coppia nelle varianti dolce, piccante e amaro

Martedì 14 Febbraio 2023, 07:19

È tra i 50 prodotti più contraffatti del Paese. Il Peperone Igp di Senise (utilizzato per fare i «cruschi», ossia i peperoni essiccati e poi fritti in modo da diventare croccanti), in questa classifica, sono in compagnia di un altro prodotto della terra lucana, la Melanzana Rossa Dop di Rotonda, anch’essa presa di mira dai «falsari» dei sapori.

Al di là dei problemi che creano le contraffazioni, l’interesse mostrato da chi tenta di spacciare un prodotto per un altro testimonia il successo tanto del peperone di Senise quanto della melanzana di Rotonda. Il peperone, in particolare, è diventato un simbolo di identità della regione: gli ettari coltivati sono poco più di 10, altrettante le aziende aderenti al Consorzio di tutela, e la produzione annuale, in base alle rigide regole, imposte dal Disciplinare di produzione, approvato dall’Unione europea, si aggira intorno ai 300 quintali di peperoni freschi destinati a diventare 30 quintali alla fine del ciclo di lavorazione ed essiccazione. E mentre il prodotto base si ferma a questi numeri, negli ultimi anni il mercato è stato vivace di iniziative: peperoni già fritti in sacchetto a mo’ di patatine, cruschi ricoperti al cioccolato come dessert, e poi polvere per condimento (si tratta di un peperone dolce e aromatico che nel nome dialettale “zafarano” richiama il termine “asafran” con cui gli arabi, che ne avviarono l’uso, chiamavano lo zafferano), mousse paté e quant’altro. Con una diffusione che si articola anche in numerosi Paesi esteri. In questo contesto s’inserisce anche «Cruscò», il liquore ideato da Anna Galasso e suo marito Vincenzo Farella che hanno deciso di scommettere sulla loro terra, la Basilicata, creando un’impresa propria denominata «La Fenice». Si trova a Baragiano. L’attività è partita con la coltivazione dei semi di finocchietto selvatico, utilizzati soprattutto dai salumifici per la produzione della salsiccia Lucanica, ma successivamente ha diversificato la produzione puntando sui liquori dai sapori e profumi rigorosamente lucani. Ed ecco l’intuizione di creare «Cruscò». «L’idea - spiega Angela Galasso - nasce dal bisogno di comunicare con un solo prodotto tutta la lucanità possibile. Volevamo esaltare il legame con il territorio e il peperone, si sa, è il re della cucina lucana». Galasso spiega che si è arrivati al prodotto finale dopo tante sperimentazioni, decidendo di lasciare in infusione nella bottiglia il peperone: «Il processo - aggiunge l’imprenditrice - inizia nel fusto dove il peperone viene immerso nell’alcol e in altre spezie e poi continua nella bottiglia. Il liquore è in due varianti, dolce e piccante con aggiunta peperoncino, ma dal prossimo mese produrremo anche la variante dal gusto amaro. I peperoni utilizzati sono coltivati da noi all’interno, dunque, di una filiera completa».

L’azienda di famiglia è nata nel 2010 dalle ceneri di un precedente posto di lavoro: «Io e mio marito - racconta Galasso - ci siamo visti non rinnovare il contratto e quindi dovevamo capire cosa fare per il futuro. Di qui la decisione di dare vita ad una nostra azienda chiamandola «La fenice», da sempre simbolo di rinascita, rinnovamento e adattamento ai cambiamenti. Nel 2017 abbiamo creato un laboratorio di liquori, producendo dapprima quello ai semi di finocchietto selvatico e poi puntando sul peperone crusco che ci sta dando tante soddisfazioni».

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