POLICORO - «È arrivato l’arrotino!». Dimenticatevi lo stereotipo vecchio stampo. Oggi il vecchio “ammola forbice” ed affila coltelli si è trasformato in un innovativo artigiano senza disdegnare la tradizione.
È la storia di Pierpaolo Battafarano, 36 anni, che dopo la pandemia e la crisi del settore della ristorazione si è praticamente reinventato un lavoro. Da chef ad arrotino.
L’arrotino italo-lucano, tanto per rimarcare l’identità al suo territorio. Lo incontriamo nel laboratorio a pochi chilometri da Policoro, in una contrada rurale non distante dal Museo della Siritide e dagli scavi archeologici.
Tra uliveti e appezzamenti adibiti a colture orticole c’è la sua piccola ma operosa bottega. Tutto è cominciato all’indomani del Covid-19. «Dopo l’istituto alberghiero avevo maturato una lunga esperienza nella ristorazione». Le prime esperienze a 14 anni. «Lavoravo come barista». Poi, con il titolo di studio in tasca, un lungo peregrinare lavorando nelle cucine delle strutture alberghiere. «Ho lavorato in Egitto, a Milano, Courmayeur per poi rientrare a Policoro». L’emergenza pandemica coglie di sorpresa anche Pierpaolo...