Sabato 06 Settembre 2025 | 15:05

Quando il cane fa bene al cuore

 
marco smaldone

Reporter:

marco smaldone

Quando il cane fa bene al cuore

Gli animali sono una grande risorsa per il nostro benessere, perché ci gratificano con la loro incondizionata compagnia dandoci sicurezza, oltre a stimolare anche l’esercizio fisico

Sabato 01 Marzo 2025, 13:44

Concludo il capitolo sulla Pet Therapy, col ricordo dell’interessante Congresso che organizzai a Matera nel lontano 1996. Sia per l’assoluta novità del’argomento che per gli autorevoli relatori, tutti di fama nazionale, suscitò un grande interesse in ambito nazionale. Uno dei grandi meriti di quella giornata congressuale fu aver messo in evidenza l’importante ruolo della figura del «veterinario», attore di primissimo piano.

Fu il presidente dei Medici Veterinari Italiani (FNOVI) il dottor Domenico D’Addario a sottoporre all’attenzione di un altro illustre relatore, l’on. Ermanno Iacobellis, già presidente del tribunale di Matera, una proposta di legge presentata alla Camera sulla «Ippoterapia». In quella proposta di legge erano state previste diverse figure professionali come medici, psicologi, psichiatri e tecnici qualificati, ma non l’indispensabile figura del veterinario. Il parlamentare si fece carico della evidente lacuna assicurando il suo interessamento nelle sedi parlamentari opportune. Al dottor D’Addario fece eco un altro illustre relatore, il professor Ferruccio Petazzi, Ordinario di Clinica Medica della Facoltà di Medicina Veterinaria, che evidenziò «quanto il veterinario sia fondamentale nel processo educativo uomo-animale». E aggiunse che non può esserci legge in merito senza prevedere l’importante figura del «Professionista veterinario», perché in ogni progetto terapeutico deve essere garantita la sicurezza della salute degli animali da utilizzare nella PetTherapy, nonché l’importante aspetto di prevenzione igienico-sanitario a cui e naturalmente ed istituzionalmente preposto da sempre il veterinario. Seguì l’accattivante relazione del dottor Massimo Aquilani, medico cardiologo di Roma, dal titolo: «Quando il cane fa bene al cuore». Persona, all’epoca, arcinoto a tutta la cinofilia italiana e non solo, poiché per molti anni Presidente della SAS (Associazione nazionale del cane pastore tedesco) e noto allevatore di questa razza, ma anche giudice internazionale di gare cinofile. Aquilani esordì citando un nuovo termine: «cinoterapia». Da cardiologo con quel termine dimostrava specificatamente la maggiore sopravvivenza nel post infarto per quelle persone che godevano della compagnia di un Pet. Cosa da lui accertata e già osservata da altri suoi colleghi, poiché dal rapporto con il proprio animale si otteneva un effetto bradicardizzante ed ipotensivo. Aggiunse, che il contatto tattile con un amico peloso riduce l’ansia e di conseguenza ne beneficia la pressione arteriosa, come anche giocare con il proprio cane può ridurre la frequenza cardiaca.

Continuò dicendo che in generale gli animali sono una grande risorsa per il nostro benessere, perché ci gratificano con la loro incondizionata compagnia dandoci sicurezza, oltre a stimolare anche l’esercizio fisico. Il dottor Aquilani approfondì l’argomento asserendo che le persone, grazie ai loro Pets, venivano facilitate nei contatti con persone sconosciute durante le passeggiate, riducendo problematiche relative alla solitudine e all’isolamento. La relazione che seguì fu del dottor Fernando Ferrauti, noto psicologo e psicoterapeuta che fagocitò l’attenzione della platea con la sua importante relazione su «Il ruolo dell’animale da compagnia nello sviluppo sano della personalità umana». Esordì affermando che soltanto alle soglie del terzo millennio ci poniamo i problemi psicologici connessi agli animali, cercando di dare delle giuste risposte. «La terapia psicologica – osservò - ha fondamenti scientifici e sappiamo ad esempio quanto i bambini affetti da autismo possano migliorare tramite il contatto con gli animali che favoriscono anche lo sviluppo della personalità». Affermò che la PetTherapy in ogni caso non presenta controindicazioni, ma sicuramente previene disturbi della personalità favorendo lo sviluppo di una struttura di base nei bambini e non solo. Comunque l’animale da compagnia apporta vantaggi all’uomo, anche quando non vi sono patologie. Nel corso della sua brillante relazione il dottor Ferrauti trattò altri argomenti di rilevante interesse come quello «sull’affettività».

Molto altro fu detto e che potrete trovare nel mio libro: «Il giuramento di Aristotele» al capitolo 24. Seguì il Dottor Valerio Iarussi veterinario, esperto di «Etologia», con una relazione dal titolo: «Uomo-cane, un dialogo possibile!», esordì dicendo che instaurare un dialogo con l’animale significa ottimizzare il rapporto, per trarre benefici; piuttosto che impegnarsi a insegnare il nostro linguaggio agli animali, sarebbe meglio imparare a codificare attraverso le espressioni dei nostri amici animali, il loro linguaggio segreto.

Nel prosieguo della relazione proiettò numerose diapositive, illustrando e interpretando molti comportamenti del cane, confrontandoli con quelli dell’uomo. L’ultimo relatore della giornata congressuale fu un giudice del tribunale di Bari, dottor Domenico Ancona, che tenne la relazione dal titolo: «la Pet Therapy nel mondo penitenziario», narrando una sua diretta esperienza di quando era stato magistrato di sorveglianza, vissuta nel supercarcere di Trani. Il magistrato raccontò di un temibile pluriomicida ritenuto soggetto di estrema pericolosità che, al contatto con la natura e gli animali, progressivamente perse l’innata aggressività. La conclusione ovvia fu che, laddove i sistemi coercitivi del duro carcere non avevano apportato alcun beneficio, la presenza degli animali e il contatto con la natura avevano sorprendentemente indotto un effetto positivo, contribuendo al recupero di quelle persone in seno alla società.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)