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Caro Messi vai a lezione dagli atleti americani

 
umberto sulpasso

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umberto sulpasso

Caro Messi vai a lezione dagli atleti americani

Lo sport oggi, data la dimensione planetaria della rivoluzione della comunicazione, siccome coinvolge contemporaneamente emotivamente centinaia di milioni di persone e specialmente ragazzi di tutte le condizioni sociali, non può e non deve considerarsi un fenomeno avulso dal contesto sociale ed economico

Venerdì 28 Agosto 2020, 18:15

I giocatori della favolosa lega americana di pallacanestro (Nba) hanno deciso di sospendere la loro attività per protestare contro l’uccisione di due negri da parte della polizia.

Lionello Messi ha deciso di interrompere la sua relazione col Barcellona e di mettersi sul mercato (data la sua matura età, per migliori trattamenti economici) usando il Covid come giustificazione per interrompere il contratto oltre i tempi a lui concessi.
Sembrano due fatti completamente distinti, ma nella diversità a volte si trovano i semi di un ragionare più complesso. Qui è la diversa responsabilità sociale delle stelle dello sport che va valutata.

Nba è di gran lunga uno dei più spettacolari – e più pagati – eventi sportivi mondiali. Ma i giocatori che ne fanno parte, autentiche star dei media - e delle dichiarazioni dei redditi - non vogliono sentirsi avulsi dalla società, nel bene (redditi) e nel male (problemi razziali) se ne sentono pienamente parte. Per cui hanno deciso di sospendere i playoff! Ma lungi dal creare critiche s’è verificato un effetto domino.

Subito dopo la Nba, la Mlb, (Football association), la Nfl (National football association), la Wnba (lega pallacanestro femminile), e Mls (Lega soccer, il nostro calcio), in pratica tute le super star, super pagate di tutto lo sport americano, hanno deciso che non possono accettare nessuna forma di razzismo e hanno sospeso ogni manifestazione.

Personalmente mi sento di applaudire a questa decisione. Lo sport oggi, data la dimensione planetaria della rivoluzione della comunicazione, siccome coinvolge contemporaneamente emotivamente centinaia di milioni di persone e specialmente ragazzi di tutte le condizioni sociali, non può e non deve considerarsi un fenomeno avulso dal contesto sociale ed economico.

L’etica nello sport - Razzismo e Covid. Ovviamente non è una decisione politica che può operare questo inserimento, ma è solo la conquista di una coscienza dei protagonisti. Sotto questo aspetto l’intera struttura sportiva americana ha dato una lezione spettacolare a tutto il mondo dello sport sotto shock Covid e anche a Lionel Messi. I valori sociali vanno protetti ed esaltati in tempi di crisi perché altrimenti ci ritroveremo in un cul de sac, come dicono i francesi, con una espressione che è meglio non chiedere ai miei concittadini baresi di tradurre in vernacolo, onde evitare sorprese.

Il Covid è invece stato invocato da Messi per potersi staccarsi dal Barcellona senza pagare penali (di fatto facendo aumentare vertiginosamente il suo cachet). Nel suo contratto avrebbe potuto farlo a fine maggio, ma il Covid, chissa perché, dovrebbe permettergli di farlo quando vuole. Ah Virus cattivello! Ne hai compiute di stragi! Ma ora ti metti anche a infettare il contratto del più pagato calciatore al mondo. Sei proprio un gran birbone!

Messi, ottimo giocatore è decisamente inferiore a Pelè, Maradona, Ronaldo (quello dell’Inter) per considerazioni banalissime che purtroppo nella emozione dei suoi dribbling, non vengono fatte: senza Iniesta, Messi non è in grado di portare una squadra a grandi risultati! L’ultima Champion vinta dal Barcellona è del 2015 quando c’era Iniesta. Senza Iniesta – e con Messi – il Barcellona ha rimediato sconfitte su sconfitte. L’ultima umiliante. Senza Iniesta Messi non solo non ha vinto un campionato del mondo con l’Argentina, ma neppure un campionato Sudamericano. Cosa che i personaggi citati hanno stravinto. Ma un vero grande campione si vede non solo per i suoi dribbling, ma nel suo ruolo trascinatore, che lui non ha. Riva, per fare un esempio, ha fatto vincere lo scudetto al Cagliari che aveva nelle sue file Comunardo Nicolai, il più grande autogollista di sempre.

Maradona ha fatto vincere un titolo mondiale all’Argentina e due scudetti al Napoli violando una legge mai scritta, ma rigorosamente seguita dagli arbitri, che al di sotto della linea Gotica lo scudetto è impossibile. Ronaldo è stato capocannoniere nell’ultimo titolo mondiale del Brasile. Iniesta, a cui almeno un paio di volte è stato rapinato un pallone d’oro dal suo compagno di squadra, ha fatto vincere alla Spagna un titolo mondiale e due titoli europei. Messi invece, quando manca Iniesta non vince.

Dunque mi sento di dire Messi, sì; Messi(a) no. Da tifoso interista appassionato mi auguro che l’Inter lo lasci ad altre squadre, per impedirgli con la sua venuta di distruggere Lukaku o Lautaro, e invece permetta a Conte di costruire una squadra vincente, come fece con la Bari (e purtroppo con la Juve) e che sta facendo molto bene all’Inter.

Ogni scusa è buona - Ma non si vuole qui parlare della supervalutazine calcistica che a mio parere si fa di un giocatore se è incapace di portare da solo le sue squadre alla eccellenza. Qui è l’uso personale che si fa del Covid, un dramma mondiale, per arraffare più dollari, che non è accettabile. Il Barcellona ha curato Messi quando era ammalato gravemente da ragazzino, lo ha coperto di oro, gli ha dato gli allenatori che voleva, i giocatori che voleva, e li ha licenziati quando non piacevano più a lui. (Ibrahimovic, Sanchez etc). Che in tempi di pandemia mondiale lui si ricordi del Covid per sciogliere un contratto i cui termini sono scaduti è una caduta di stile paurosa.

Si ispiri ai giocatori delle leghe americane per dare dimostrazione di responsabilità sociale e lasci stare il Covid per i drammi veri in circolazione.

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