Barletta - Mille maratone. Avete letto bene. Mille volte 42 chilometri e 195 metri. A festeggiare questo incredibile traguardo la barlettana Angela Gargano. Una dolce signora con la volontà e la forza più dura del diamante. Taglierà questo speciale traguardo il prossimo 10 settembre in occasione del suo compleanno. Del resto non poteva che regalarsi dei chilometri. Tutto questo avverrà nella cornice dell'evento dell'Italian Ultra Marathon Festival in programma a Policoro (MT) dal 7 al 24 settembre 2020.
Allora pronta?
«Certamente nella pineta, a due passi dal mare, troverà compimento quanto sognato dal 1994, durante la mia prima maratona ad Acquaviva delle Fonti (Ba). Sarà bello, per tutti noi che amiamo la maratona, ritrovarci dopo tanta forzata inattività. Saremo circondati da atleti impegnati nelle 1000 miglia, 10 giorni, 100 km, 6 giorni, 48 ore e 100 miglia, le gare più dure della nostra disciplina».
Cosa ricordi?
«Era il 30 ottobre e non dimenticherò mai il calore della gente di Acquaviva delle Fonti. Sette giorni dopo, 6 novembre, chiudevo la maratona a New York».
Perché 1000 maratone?
«Non avrei mai immaginato di correrne tante. Nel 1997 ne ho corse 27. La rivista “Correre” pubblicò una classifica in cui risultavo la prima donna in Italia per maratone concluse in un anno. Nel 2001, una maratoneta di Bolzano ne corse 40. Nel 2002, per riprendermi il titolo, ne programmai 50, ma già a metà anno le avevo realizzate e giacchè c’ero, mi proposi per fine anno di farne 100, un po’ per non farmi più raggiungere, un po’ perché era eccitante un numero così “tondo”. Per averne portate in porto 100 in un anno solare, il mio nome risulta inscritto nel Guinness World Records. Con il raggiungimento dell’altro numero tondo di 500, credevo di aver chiuso la partita. Poiché stavo bene, il numero 1000 m’è sembrato a portata di mano, e il 10 settembre, giorno del mio compleanno, spero di concretizzarlo».
Quanto è importante tuo marito Michele accanto a te?
«Una donna da sola, anche se emancipata, non poteva intraprendere una simile straordinaria esperienza, avventurandosi in luoghi sconosciuti e rischiosi. Ho corso con le mie gambe, ma con me c’era sempre mio marito Michele. Ha iniziato a correre prima di me. lui mi ha iniziarmi alla corsa».
Cosa fa scoprire la corsa?
«Ha fatto scoprire in me qualità che pensavo di non avere. Soprattutto nelle ultramaratone, le crisi prima o dopo arrivano. Mi ha stupito la determinazione con la quale le ho superate. Ha migliorato il concetto che avevo di me, accrescendo l’autostima. Nei corridori ho apprezzato l’altruismo: nelle difficoltà ci si aiuta a vicenda».
Che cosa significa correre?
«Significa movimento, e il movimento è la vita. Quando si corre, la fatica è molta, ma nel tagliare il traguardo anche la felicità è molta. Non è la felicità lo scopo della vita? E correre una maratona? All’inizio della mia attività sportiva, era una grande prova di fatica. Quando poi mi sono data alla 100 km, alla 24 Ore, alla 6 Giorni e alla 10 giorni, mi è parsa una piccola fatica».
In quante nazioni hai corso?
«Tante e nei cinque i continenti».
La più bella e più brutta?
«Senz’altro Roma. Un tuffo in secoli di storia. La più brutta Milano alla prima edizione del 2000. Ci insultarono lungo tutto il percorso. Ora, però, ci tollerano».
Quanto la corsa fa crescere e attrae turismo?
«In gara ho corso circa 53.000 km. Tutti chilometri belli. Una vita di corsa. Ho attraversato città d’arte, e vi assicuro sono tutt’altra cosa liberate dalla confusione del traffico automobilistico. Ho corso lungo i mari, sugli argini dei fiumi, attorno a laghi. Ho fatto amicizie. Sono diventata cittadina del mondo. Ciò che mi ha spinto ad imbarcarmi in quest’avventura non è stato certamente il sudore ma il desiderio di vedere, conoscere, sapere, imparare. Lo sforzo fisico è stato il prezzo pagato per un arricchimento senza pari. E’ vero che nel mio vagabondare ho molto imparato e conosciuto, ma ho fatto anche conoscere la mia città nei luoghi più impensabili».
Insomma Angela Gargano è la dimostrazione umana di quanto sia vero l’aforisma dell’immenso Emil Zatopek: «Se vuoi correre un miglio, corri un miglio. Se vuoi vivere un'altra vita, corri una maratona».