Argento al trofeo internazionale «Sette Colli» dietro al suo amico e compagno di allenamenti Gabriele Detti. Vice campione assoluto sulla sua distanza preferita, i 400 stile, in cui si piazzò quinto un anno fa ai Mondiali in Corea. E soprattutto un crono (3.44.94) che è già sotto il limite per Tokyo. Il ritorno in vasca dopo il lockdown sorride a Marco De Tullio. Il I9enne barese allenato da Stefano Morini e tesserato per Fiamme Oro e Sport Project di Bari (la squadra in cui è cresciuto agli ordini di Daniele Borace) ha fatto vedere buone cose nella vasca dello Stadio del nuoto di Roma, dove è in scena fino a stasera il meglio del nuoto di casa nostra.
De Tullio, un 400 stile fatto quasi tutto «spalla a spalla» con Detti?
«Non proprio, io ero un po’ più dietro, però è andata bene. Due settimane fa tra le mie note mi ero appuntato un tempo da fare e quello che ho segnato è più o meno quello che immaginavo».
Com’è stato tornare a tuffarsi in gara?
«Molto emozionante. Sentivamo la mancanza delle competizioni. Forse per questo io e Gabriele ci siamo lasciati un po’ prendere. Abbiamo sbagliato l’impostazione di tutta la gara, i primi 200 siamo andati molto forte (alla fine Detti ha chiuso segnando il record della manifestazione, ndr). Gareggiare senza pubblico è strano, è stata un’atmosfera molto diversa da quella dei Mondiali in Corea del 2019. Credo che se gli spalti fossero stati pieni avremmo fatto un tempo anche migliore, il pubblico ti trascina, trasmette carica».
Lei e Detti tirate a vicenda?
«Più che altro sono io che cerco di aggrapparmi a lui. In allenamento è molto difficile stargli dietro, ma in gara mi sono sentito pronto, stavo bene ed è stato un po’ meno dura del solito provare a stare nella sua scia. Mi interessava fare un tempo che fosse sotto il limite per Tokyo».
E ci siamo
«Sì, ci siamo ed è molto importante. Anche se è presto».
Manca ancora tanto per poter stare tranquilli?
«Mai stare tranquilli anche perché poi c’è il rischio di non allenarsi bene. Ovviamente stare sotto il tempo limite consente di guardare con fiducia al prossimo anno. Ma all’Olimpiade vanno solo i primi due».
E ci siamo anche in questo caso. Lei è subito dietro Detti
«Sì ci siamo, ma ci devo restare».
Suo fratello Luca nei 400 stile ha segnato il personale nelle gare del mattino. Commento?
«Ha fatto meno di quanto facevo io alla sua età. Deve crescere ancora, però. Ho parlato anche con Christian Minotti (l’allenatore di Simona Quadarella con cui Luca, il più piccolo dei De Tullio si allena al Circolo Canottieri Aniene da poco più di un mese, ndr) e mi ha detto che si sta comportando bene. Mi fido molto di lui, se ha detto così vuol dire che è vero. All’Aniene Luca si sta trovando a suo agio. Mi dispiace solo che non possiamo allenarci insieme. Al momento le nostre strade sono diverse, ma chissà che un giorno non capitiamo nella stessa corsia».
La «preoccupa» questa crescita di Luca sui 400 stile?
Ride. «Io preferirei che Minotti lo allenasse per i 400 misti. Scherzi a parte, mi farebbe piacere se mi superasse un giorno, ma un giorno molto lontano, magari».
Dopo i 400 si è avvicinato a lei Fabrizio Antonelli, l’allenatore che ha portato via da Ostia Paltrinieri e il lucano Acerenza. Cosa le ha detto?
«Più che altro abbiamo parlato di Greg. Abbiamo stretto quando lui è venuto a Ostia prima della quarantena, da allora scherziamo spesso».
Ma Stefano Morini si ingelosisce se la vede parlare con Antonelli?
Ride di nuovo. «Sì, subito».
Ma possiamo dire al «Moro» di stare tranquillo?
«Certo, i miei risultati lo dimostrano. Per me al momento il migliore è lui».
Dopo il «Sette Colli» che si fa?
«Vacanze cortissime. Torno in Puglia per qualche giorno, poi rientro a Roma per iniziare una stagione difficile che non sappiamo ancora quali e quante gare avrà, ma che speriamo sia lunga».
Fino alla virata finale. Verso Tokyo.