È la squadra più forte del nuoto pugliese, la prima nella storia che ha «costruito» e vinto una medaglia internazionale con Elena Di Liddo (il bronzo agli Europei di Glasgow nel 2018 seguito qualche settimana fa dall’argento agli Europei in corta). In pratica è l’unica società di Puglia che ha nuotato da Catilina a Los Angeles (con Daniel Di Pierro). E ancora. È la sola che ha vinto un argento ai campionati Fisdir, la federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali.
È stato un 2019 stellare per la «Netium Giovinazzo» che ha chiuso l’anno con il titolo regionale ai Campionati Assoluti invernali dopo aver vinto quelli estivi in lunga e prima ancora quelli primaverili. Un triplete che è soprattutto frutto di un sistema di lavoro che è diventato un modello. Lo dice il direttore sportivo Lorenc Felequi.
È a Giovinazzo dal 2008, prima ancora era all’Apulia Nuoto. Una vita al fianco di Raffaele Girardi, 26 anni sullo stesso bordo vasca. Manco a farlo apposta gli stessi anni che ha Elena Di Liddo, la punta di diamante di una piscina che è in realtà un vero e proprio centro polivalente: «Il nostro obiettivo primario è lo sviluppo della cultura dello sport in tutte le fasce d’età o meglio la diffusione di una cultura sportiva permanente prima che il raggiungimento di risultati agonistici – dice Felequi –. Il denominatore comune è il linguaggio, c’è un credo unico nella nostra società e la proprietà ha sempre condiviso i nostri progetti, supportandoci in tutte le idee e negli investimenti».
Oltre 3400 persone in struttura, 240 atleti fra nuoto, pallanuoto e triathlon e i 20 atleti della Gargano 2000, ragazzi disabili che si allenano a Giovinazzo e che hanno ottenuto grandi successi in tutta Italia con la ciliegina sulla torta rappresentata da Italo Oresta , argento ai Campionati Europei di Nuoto Fisdir.
Ma il segreto di questa qualità di numeri oltre che di quantità dove sta?
«È nella rete che abbiamo costruito – continua il direttore sportivo – nella continuità che abbiamo creato fra scuola nuoto ed agonismo, due settori che nella nostra società vanno in continuità, mentre spesso sono in contrapposizione. Credo sia questo a fare la differenza. Certo non si può vincere sempre, ma quello che conta è la costanza nel tempo. Lì si vede la sostanza».
Testa bassa insomma con grande umiltà e spirito di sacrificio per virare sempre verso traguardi più ambiziosi. La crescita nel triathlon e nella pallanuoto per esempio, che è tra gli obiettivi a breve termine. Per tuffarsi in un 2020 pieno di opportunità. Ci sono le Olimpiadi da raggiungere con Elena Di Liddo. È chiaro che è quello l’obiettivo massimo, ma il cassetto del sogno più bello è ancora chiuso, o meglio semiaperto. Lo si dice sussurrando, per una giusta scaramanzia.
Si può parlare di un effetto Di Liddo nella Netium? «Elena nasce da noi – dice Felequi – è chiaro che avere un talento aiuta i ragazzi a crederci e gli istruttori a imparare e migliorarsi. Lei da noi trova la serenità, noi da lei pendiamo l’impegno, il sacrificio, la determinazione».
Per il nuovo anno gli obiettivi sono: «Rinforzare il lavoro fatto finora, cercare di consolidare i risultati agonistici e proporci come una struttura all’avanguardia dal punto di vista sportivo, sociale e culturale».