Lo scorso 10 febbraio, nel Giorno del Ricordo, è ripartito da Trieste - per il secondo anno consecutivo - il «Treno del Ricordo», iniziativa volta a celebrare le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata. L’iniziativa, organizzata anche con il sostegno di Rai Storia, ha attraversato sei città italiane, toccando altrettante stazioni, e ha riportato alla luce una storia a lungo relegata alla memoria vissuta dei testimoni. È in questo contesto che va in onda stasera alle 21.10 su Rai Storia lo speciale «Il Treno del Ricordo. Da Trieste a Fertilia», a cura di Agostino Pozzi e Serena Valeri. Durante il viaggio, i quattro vagoni allestiti come mostra itinerante hanno raccontato, a mezzo filmati, fotografie e reperti, il dramma di chi vide la propria terra - Istria, Fiume, Dalmazia - passare all’allora Jugoslavia, costringendo circa 250-350 mila persone all’abbandono forzato.
La tappa sarda del treno della memoria è stata particolarmente suggestiva: da Messina, il treno ha viaggiato di notte via mare fino a Sassari, per poi giungere a Fertilia, borgata appena fuori Alghero. Qui, a partire dal 1947, gli esuli hanno trovato accoglienza, completando ciò che era rimasto incompiuto dall’epoca fascista e dando vita a una comunità rigogliosa che ha saputo rinascere e integrarsi nel territorio. L’appuntamento coincide con l’anniversario della liberazione di Trieste dopo i 40 giorni dell’occupazione titina.
Quella proposta dal Treno è più di una commemorazione: è un viaggio «da una sponda all’altra del Mediterraneo», un ponte tra passato e futuro. Ricorda non solo dolore e perdita, ma anche il valore dell’accoglienza, della resilienza e della costruzione di nuove comunità.