BITONTO - Reduce dal successo del concerto in Puglia (a Bitonto), Raiz si sofferma sul progetto musicale portato in tournée: «È una raccolta di dieci brani di Sergio Bruni da me liberamente reinterpretati. Il titolo è “Se l’ammore è o’ contrario d’ ‘a morte” che in realtà è un verso della canzone “Carmela”.
Che vuol dire con quel titolo?
«Che se è vero che l’amore è il contrario della morte, non bisogna attendere l’indomani per manifestare il proprio amore a chi si ama».
Come nasce la sua passione per la musica?
«La musica ha fatto sempre parte di me, fin da bambino. Amavo cantare; ricordo di aver fatto la mia prima esibizione canora in seconda elementare».
A cosa si ispira?
«Io giro molto, cammino, le idee mi vengono per strada e parlando occasionalmente con le persone, mi riempio il cuore e la mente di emozioni, poi le seleziono e comincio a scrivere canzoni. A mio avviso, talento e studio sono elementi tra loro inscindibili».
La sua cultura classica le ha permesso di comporre brani con contenuti intensi.
«In realtà io ho anche un’estrazione familiare molto popolare; pertanto nella mia musica, ho cercato sempre di mixare gli aspetti più emozionali della tradizione culturale classica con i fermenti della terra partenopea».
Non solo musicista ma anche attore; l’emozione è la stessa?
«La necessità di esprimersi, fondamentalmente è unica, su un set e a un concerto».
Lei ha acquistato grande notorietà in Tv nel ruolo di Don Salvatore, il padre di Rosa Ricci in «Mare fuori». Può definirlo un personaggio con un tratto di umanità?
«“Mare fuori” è una fiction che ho fatto dal suo esordio, curando la colonna sonora. Il mio personaggio è cresciuto dal punto di vista interpretativo, per poi “sparire” nella quarta serie. Ma quel personaggio non poteva essere eterno. Don Salvatore è personaggio oscuro, che non merita perdono. Ma ha un aspetto umano significativo: l’amore per la figlia, viscerale, violento quando tenta di uccidere il ragazzo che lei ama».
Perché «Mare fuori» riscuote tanto successo?
«Perché la serie è scritta in maniera molto semplice ed è accessibile. Perché, la fiction trasmette un messaggio molto positivo, quello che tutti gli uomini, soprattutto i giovani rei, hanno diritto ad una seconda opportunità, ad una sorta di riscatto sociale e che se vogliono, il loro destino può cambiare».
Il suo futuro? Cinema, teatro o musica?
«Non ho particolari preferenze, l’importante è avere l’opportunità di esprimermi; ho ancora tante emozioni da trasmettere».