Sono trascorsi trent'anni da quando Pino Puglisi, parroco di Brancaccio, pronunciò le parole «Me l'aspettavo» un attimo prima che un killer della mafia gli sparasse, uccidendolo a pochi metri da casa nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno. Alla memoria del primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia e alla sua coraggiosa missione, Rai Documentari dedica Me l’aspettavo - Il sorriso di Don Puglisi, il documentario realizzato in collaborazione con Officina della Comunicazione che andrà in onda oggi in seconda serata su Rai1 (ore 23,40).
Diretto da Simone Manetti e scritto da Matteo Billi, Me l'aspettavo racconta l’impegno del parroco palermitano nel quartiere Brancaccio, dove aveva eretto le sue barricate, sociali e spirituali, contro la violenza della mafia. Ai ragazzi che si riunivano nella sua parrocchia o sui banchi delle scuole dove insegnava, Don Pino non ha mai smesso di parlare degli orrori e delle ingiustizie della malavita siciliana perché, come lui stesso affermava «il primo dovere a Brancaccio è rimboccarsi le maniche. E i primi obiettivi sono i bambini e gli adolescenti: con loro siamo ancora in tempo, l’azione pedagogica può essere efficace». Don Puglisi ha usato l’educazione alla legalità come argine allo strapotere di Cosa Nostra; la cultura per offrire un’alternativa alla criminalità. E ha combattuto con le armi che aveva, quelle di un prete.
La drammaticità della morte di Don Pino Puglisi è consegnata al racconto del suo killer Salvatore Grigoli, la registrazione della sua deposizione in aula durante il processo ricostruisce tutte le fasi che hanno portato al delitto.