È Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, il protagonista del nuovo ciclo di Vite - L’arte del possibile, in onda stasera alle 20.45 su Sky Tg24. L’artista si racconta al direttore Giuseppe De Bellis in un luogo da lui molto amato, casa degli Atellani, la vigna di Leonardo da Vinci a Milano.
Una storia - quella di Jovanotti - che inizia nel pieno centro di Roma, all’ombra della cupola di San Pietro, con un’infanzia che ricorda come «felice e piena d’amore. Una famiglia numerosa, quattro figli, mio babbo faceva l’impiegato in Vaticano» e una madre che sembra aver acceso in lui quell’energia creativa che ha contraddistinto una carriera lunga oltre 40 anni («la tristezza di mia mamma per me è stata forse il motivo più forte per il quale ho sentito il richiamo dell’attitudine a portare allegria»). La vera svolta arriva però a Milano, una città che per lui «è stata un po’ l’America», così diversa dalla sua Roma, dove poter far esplodere il suo talento. Ancora giovanissimo viene notato da Claudio Cecchetto che lo lanciò verso il grande pubblico («era un po’ il Re Mida della musica Pop e della Tv dei ragazzi. Mi misi nelle sue mani completamente mettendoci tutta la mia energia»). Da lì, il successo e la capacità di reinventare la musica pop italiana, esplorando più generi, sperimentando, dando vita ad uno stile iconico, tutto suo. Roma, Milano, Cortona, dove oggi risiede, sono i «suoi» luoghi, in una vita girovaga. Ma la storia di Jovanotti è anche quella di una creatività senza eguali, capace di reinventarsi nel tempo, senza mai fermarsi. Showman a tutto tondo, in grado di riempire stadi e palazzetti, ma che al tempo stesso non dimentica cosa significhi sentirsi soli e che non ha mai smesso di mettersi in gioco, come con il progetto del Jova Beach Party, in poco tempo già diventato un cult dell’estate italiana e che egli stesso definisce «una botta di vita».[red.spett]