La topica di del direttore Enzo Magistà sui mitili di Taranto consente delle riflessioni a margine. L’opinione diffusa che precipita Taranto al livello di Byrnihat, città indiana considerata tra le più inquinate al mondo, permette a un navigato giornalista di macchiare il prodotto più conosciuto e prelibato della città dei due mari: le cozze nere.
Una giustificazione, ahimè, c’è. La furia selvaggia che parte dell’opinione pubblica tarantina ha scatenato, da anni, contro i guasti provocati dall’ex Ilva, è andata oltre il traguardo cercato: sensibilizzare chiunque su quanto Taranto sia stata mortificata da un modello di produzione dell’acciaio superato e pernicioso. Al punto che la fabbrica - fatiscente e pericolosissima - è diventata la città e la città è diventata la fabbrica: le negatività dell’ex Ilva sono diventate le negatività di Taranto. È tutta in questa identificazione malata ‘città = fabbrica’ l’origine dell’intemerata espressione relativa alle cozze alla diossina (!) del direttore Magistà. Che però, da professionista qual è, ha subito rettificato.
Mmmhhh…
Dani Johnson, una di quelle imprenditrici che unicamente negli Stati Uniti possono pascere, sostenne che le scuse sono solo bugie pianificate. Son maligni ‘sti americani, eh? Da Trump e a ricordare, deve essere una tendenza d’oltre oceano. Son bravi a mentire, da quelle parti: l’attacco vietnamita di Tonkino - 1964 - non è mai avvenuto; a Granada - 1983 - i sovietici non hanno mai costruito una base militare; l’invasione di Panama - 1989 - giustificata dall’ipotetico narcotraffico di Noriega, era motivata esclusivamente dalla richiesta del presidente sudamericano del pagamento di pedaggio nel Canale di Panama; in Iraq – 2003 – il presidente Saddam Hussein venne accusato di possedere armi di distruzione di massa, mai trovate, al solo scopo di invadere il suo Paese e controllare il petrolio iracheno. Tutte menzogne che sono costate migliaia e migliaia di morti e distruzioni. Si potrebbe continuare con gli interventi americani in Somalia nel 1993, in Bosnia tra il 1992 e il 1995, nella ex Jugoslavia nel 1999, in Afganistan nel 2001 e in Libia nel 2011. Le bugie americane fanno male. Le cozze e i frutti di mare di Taranto, invece, fanno bene. Come insegna il grandissimo Franco Cosa con la sua ‘Le Spuenze’. Credo che la canzone contenga il consiglio migliore che si possa dare al direttore Magistà: «Spacche e mange cu u limone…».