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Bari, prostituta nigeriana muore di Tbc «Chi è stato con lei faccia subito il test»

 
Bari, prostituta nigeriana muore di Tbc «Chi è stato con lei faccia subito il test»

Venerdì 13 Marzo 2009, 08:49

02 Febbraio 2016, 20:13

BARI - L’autopsia, disposta dal pm Francesco Bretone ed eseguita dal professor Francesco Introna, ha fornito un’indicazione esatta della causa della morte di Joy Johnson, la venticinquenne nigeriana trovata morta, nelle campagne a ridosso di san Giorgio, nella notte tra il 6 e 7 marzo. La donna, che gli investigatori ritengono essere stata una prostituta, è morta per le complicanze di una tubercolosi mai curata. Il referto medico, infatti, parla di «polmonite cavernosa tubercolare». La sala dell’autopsia è stata temporaneamente chiusa per consentire la disinfezione dei locali. 

L’esito dell’indagine medica chiarisce un giallo, escludendo l’ipotesi dell’omicidio, ma crea, al contempo, un allarme: la ragazza, seppur involontariamente, potrebbe aver contagiato decine, forse centinaia di persone. Innanzitutto i suoi clienti: occasionali ed abituali. Quindi, tutti coloro che potrebbero avere avuto contatti stretti con lei: gli ospiti del Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Palese, del quale è stata ospite, dal novembre 2008 sino a qualche giorno fa. Ma anche il personale medico ed infermieristico, oltre che agenti di polizia e carabinieri, in servizio nello stesso centro. 

L’ALLARME - I risultati dell’esame autoptico sono stati divulgati dalla squadra mobile della polizia di Stato, che ha seguito il caso sin dalla settimana scorsa. I vertici della questura di Bari hanno ritenuto di comunicare la notizia (oltre che diffondere la foto) per invitare tutti coloro che potrebbero essere entrati in contatto con la venticinquenne nigeriana, a rivolgersi in strutture sanitarie pubbliche per un controllo. La tipologia di tubercolosi contratta dalla donna (ne parliamo a parte), la stessa che l’ha inevitabilmente portata alla morte (non era mai stata curata) è del tipo «aperto», ovvero il più infettivo. Lo dimostrerebbero non solo i risultati dell’autopsia (non ancora completi), ma anche il fatto che nell’immediatezza dei primi soccorsi, i medici avevano rilevato che la ragazza aveva perso molto sangue dalla bocca. Particolare che aveva indotto il medico legale intervenuto per primo, il professor Giancarlo Di Vella, a stabilire una connessione immediata tra una importante disfunzione polmonare e il decesso della giovane donna. 

Come si ricorderà, Joy Johnson fu trovata morta sulla complanare che conduce all’Hotel Majesty, nei pressi dello svincolo per San Giorgio. La complanare è nota come luogo frequentato da decine di prostitute. La ragazza fu identificata grazie all’unico documento che aveva con sè, un tesserino del Cara. Furono due le richieste di soccorso che arrivarono alla centrale operativa della polizia di Stato. La prima fu quella di un uomo che, dopo essersi qualificato come un passante, chiese l’intervento di una ambulanza, sostenendo che una donna stava molto male. La seconda telefonata, invece, sarebbe stata fatta da un gruppo di cittadine nigeriane: la voce femminile, in modo piuttosto confuso, avrebbe tentato di spiegare cosa fosse accaduto descrivendo sommariamente i luoghi dove era necessario arrivasse il mezzo di soccorso. L’ambulanza raggiunse il posto segnalato con un ritardo di circa 45 minuti: circostanza causata dal fatto che la zona da raggiungere era stata mal segnalata: era in campagna. La ragazza, però, era già morta. I medici del 118 non avrebbero potuto far nulla, neanche se fossero arrivati sul posto dopo un minuto dalla segnalazione.
[r.cris.]
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