Martedì 16 Settembre 2025 | 22:32

Regionali, lo sfogo di Emiliano: «Avremmo vinto anche senza Decaro, ma non mi sento tradito». Si vota 23 e 24 novembre

 
Redazione online

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Regionali, lo sfogo di Emiliano: «Avremmo vinto anche senza Decaro, ma non mi sento tradito». Si vota 23 e 24 novembre

Il governatore uscente: «Sono un po' arrabbiato ma sosterrò Antonio, supereremo le sue paturnie. In Puglia siamo 70 a 30, alle elezioni potevamo schierare anche un candidato 5 Stelle. Dai magistrati molti errori, a Milano come a Lecce»

Martedì 16 Settembre 2025, 19:59

20:55

«Io dissi a Decaro che mi sarei candidato a suo sostegno. Era tutto tranquillo. Non mi sento tradito. La lettura psicologica di questa cosa mi è chiara, non mi è chiaro invece perché non ci sia stata la capacità di Decaro di capire che iniziare così non era una cosa utile. Io sono un po' arrabbiato: mi ha fatto esporre sulla candidatura e poi ho letto sul giornale che non voleva mi candidassi». Lo ha detto Michele Emiliano stasera 16 settembre a «Dieci minuti» su Rete4.

«Io voterò Decaro, lo sosterrò. Non è vero che siamo divisi. Ogni tanto qualcuno ha delle paturnie e cerchiamo di superarle. In Puglia stiamo 70 a 30, avremmo vinto anche senza Decaro, avremmo vinto anche con un candidato dei 5 Stelle. Evidentemente in 20 anni abbiamo fatto bene. Mi dispiace per quanto accaduto ma non butto questi 20 anni perché abbiamo cambiato la storia in Puglia. Io un cacicco? Se lo fossi, non sarebbe successo quello che è successo. Sto bene - prosegue - mi dispiace per quello che è accaduto perché mi sarebbe piaciuto continuare a lavorare per la Regione Puglia e, per ora, mi è stato impedito».

Emiliano ha dato la sua lettura dei giorni convulsi in cui ha deciso di farsi da parte e rinunciare alla candidatura a consigliere regionale, come richiesto da Decaro. «Per incastrare Decaro e farlo candidare mi sono dovuto per forza tirare fuori da questa possibilità. Io avevo concordato proprio con Antonio la mia candidatura molti mesi fa, gli avevo detto che anche laddove il terzo mandato fosse stato possibile, io non lo avrei inseguito. Gli avevo anche detto mi candido a tuo sostegno in modo tale che ti posso essere utile come tutti quelli che fanno i guerrieri poi a un certo punto vanno nel Consiglio della tribù, chiamiamola così». «La lettura psicologica di questa cosa a me è chiara - ha proseguito - non è chiaro però come sia possibile che al livello al quale siamo arrivati, parliamo di elezioni dal punto di vista politico molto importante, non ci sia stata la capacità di Antonio di comprendere che iniziare così non era una cosa utile. Sto cercando di minimizzare il danno rispetto a quello che è stato».

Il governatore uscente ha poi parlato dei rapporti tra politica e giustizia, partendo dal caso delle indagini sull'urbanistica del Comune di Milano. «I magistrati commettono moltissimi errori, questo lo so per esperienza e, naturalmente, dovrebbero essere un po' meno sicuri di loro stessi, come è successo nelle indagini a Milano dove oggi ho letto che il Tribunale del Riesame ha revocato alcune misure ritenendo addirittura velleitarie le ipotesi accusatorie. La stessa cosa è successa a Lecce con un mio assessore molto bravo e importante», Alessandro Delli Noci, poi dimessosi dall'incarico e dal Consiglio regionale a fronte della richiesta di domiciliari avanzata dalla Procura di Lecce. «I magistrati - ha spiegato - hanno in mano un potere devastante che è quello di stabilire se l'imputato, o l'indagato, deve stare in carcere oppure no, se deve essere stroncato nella sua attività economica o politica, oppure no. E devono farlo con enorme cautela. Purtroppo, le riforme che il governo sta attuando peggioreranno la situazione».

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