Mercoledì 17 Settembre 2025 | 21:05

Un maialino come premio per la lotteria, infuria la polemica. In Puglia non sarebbe consentito

 
Redazione online

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Un maialino come premio per la lotteria, infuria la polemica. In Puglia non sarebbe consentito

L'episodio si è registrato nel Molise. L'associazione Lndc: «Va vietato» e scrive a Roberti

Mercoledì 17 Settembre 2025, 18:34

«Nonostante le richieste formali di Lndc Animal Protection, l’indignazione dei cittadini e l’attenzione mediatica, a Cercemaggiore è stato dato un maialino vivo come primo premio della lotteria di San Vincenzo Martire». E’ quanto fa sapere oggi l’Associazione che ha scritto al presidente della Regione Molise per sollecitare l'introduzione di un chiaro divieto a iniziative simili, in linea con altre Regioni come le limitrofe Abruzzo e Puglia.

«È una vergogna che nel 2025 si debba ancora assistere a episodi del genere» dichiara la presidente di Lndc, Piera Rosati, riferendosi alla lotteria del paese di 3600 abitanti in provincia di Campobasso -. Il sindaco avrebbe dovuto dare un segnale di rispetto e responsabilità, non trasformare un animale in un trofeo da esibire. Invece è stato trasmesso un messaggio diseducativo, crudele e lontano dall’evoluzione culturale del nostro Paese».

Nella lettera al presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, Lndc Animal Protection chiede l’introduzione di una norma regionale che vieti espressamente l’uso di animali vivi come premi e vincite nelle manifestazioni pubbliche. «Il sindaco ha dichiarato che la legge regionale non vieta espressamente tali pratiche - si legge in una nota dell’associazione -. Al di là dell’assenza di un divieto normativo, a vietare una simile scelta avrebbe dovuto essere la coscienza del primo cittadino, chiamato a dare l’esempio alla sua comunità».
«La politica regionale deve raccogliere il sentire comune degli italiani, che mostrano sempre più sensibilità verso la protezione degli animali», conclude Rosati. «Vietare l’uso di animali come premi non è solo una scelta legislativa, ma un atto di civiltà e un messaggio educativo che le istituzioni hanno il dovere di dare»

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