I controlli nelle piccole e micro aziende cittadine si sono moltiplicati dall’indomani del crollo di via Roma, nel quale sono morte cinque donne, tra cui quattro operaie di un opificio al piano terra dello stabile crollato. Subito dopo si è costituita l’associazione, presieduta da Raffaele Dipalma. “Non siamo per l’illegalità – spiega Dipalma – ma non vogliamo essere i capi espiatori di responsabilità altrui e sappiate che se nell’associazione, siamo un centinaio, c'è qualcuno che pensa di usarci per nascondersi, per imboscarsi, saremo noi per primi a denunciarlo”. “Chiediamo solo – aggiunge – che nei nostri confronti non vi siano condotte punitive, di essere messi nelle condizioni di lavorare e non chiudere le nostre aziende, io mi chiedo perchè questi controlli, che devono essere compiuti, prima di ora erano blandi e scarsi, la legge esiste da 40 anni”.
Con i manifestanti è sceso in piazza anche il parroco della chiesa di San Giacomo, don Sabino Lattanzio, in prima linea con la categoria sin da dopo il crollo. “Sono stato attaccato per le cose che ho detto ma le ribadisco, ora – afferma – la cosa importante è mantenere i livelli occupazionali, non punire queste persone che danno lavoro ma metterle nelle condizioni di essere in regola, di emergere, così che quei quattro euro l’ora aumentino, qui sono bravi a parlare quelli che stanno nei palazzi, ma rischia di scoppiare una guerra fra poveri”.