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Il sindaco di Taranto: «Mi ricandido»  e senza le primarie

 
Il sindaco di Taranto: «Mi ricandido»  e senza le primarie

Domenica 06 Febbraio 2011, 10:57

02 Febbraio 2016, 22:52

di Fabio Venere

TARANTO - «Ora che abbiamo riempito la cassaforte dobbiamo impedire che gli altri la svuotino». È questa, forse, la frase che meglio di altre certifica la determinazione di Ezio Stefàno, sindaco di Taranto dal giugno 2007, nel ricandidarsi alla guida della città. E lo fa con largo anticipo visto che al voto non si arriverà prima di maggio 2012. Mossa azzeccata la sua. In politica, il fattore tempo è importante se non persino decisivo.

Il contesto in cui Stefàno si muove occupando già una parte del terreno di gioco e mettendo in oggettiva difficoltà qualche alleato è offerto dagli Sds. O meglio, dalla costituzione di un nuovo contenitore civico che mette insieme le diverse esperienze e le differenti provenienze degli stessi Sds (nati dopo una scissione con i Ds) e della «Lista Stefàno». Correva l’anno 2007 e il civismo dell’epoca non poteva non avere una duplice forma. Oggi, invece, la casa è comune. In campo resta lo stesso acronimo ma muta il significato. Sds passa da «Sinistra democratica per Stefàno» a «Sviluppo, democrazia, solidarietà» (per «Stefàno sindaco», è il... sottotitolo). 

Dal nome scompare la parole «sinistra» anche se il vicesindaco, Gianni Cataldino, si affretta a precisare che «ovviamente siamo di centrosinistra». L’espressione, in realtà, sembra piuttosto che abbia il compito di rassicurare qualche militante duro e puro ma il profilo del nuovo movimento civico è altro. Non migliore o peggiore. Semplicemente altro. È trasversale (ieri in una sala affollata si sono visti anche alcuni ex supporters del centrodestra dibelliano) ed è post ideologico. E, in questo schema, «destra», «sinistra» rischiano di essere solo categorie ormai impolverate. Il civismo disegnato dagli Sds ed interpretato da Stefàno e dagli assessori a lui più vicini supera gli steccati ideologici d’un tempo.

Cataldino si sintonizza perfettamente su questa lunghezza d’onda quando afferma che «apriremo le adesioni al movimento, ci confronteremo, costruiremo dal basso gli organismi dirigenti e poi faremo un’iniziativa pubblica. Nulla - afferma - sarà precostituito». Per la serie, “da noi, non ci saranno le liturgie presenti negli altri partiti”.

Poco prima di mezzogiorno, sarà ancora Cataldino ad usare parole chiare: «Per noi, Ezio Stefàno è il nostro candidato sindaco. Da questo, non possiamo prescindere». Un’affermazione che ha il sapore quasi del dogma. Incontestabile. Guai a parlare di primarie (spauracchio agitato da qualche malpancista d area Pd): «Stefàno è sindaco uscente ed il candidato naturale». Chiosa Cataldino accennando un sorriso. Discorso chiuso.
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