Mercoledì 01 Ottobre 2025 | 14:22

Asl, la Regione decide di non decidere: proroga automatica per i direttori dopo lo stop di Decaro

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Asl, la Regione decide di non decidere: proroga automatica per i direttori dopo lo stop di Decaro

Salta la nomina dei dg: in giunta niente nuovi manager, gli attuali resteranno altri 45 giorni. Approvati però i nuovi dirigenti di sezione della regione

Mercoledì 01 Ottobre 2025, 12:00

La sola ipotesi che Michele Emiliano potesse nominare i nuovi direttori generali delle cinque aziende sanitarie scaduti a marzo ha creato molto malumore. Soprattutto da parte di Antonio Decaro, successore in pectore, per nulla contento di vedersi sottrarre un’altra decisione strategica a poche settimane dalle elezioni. E così ieri la giunta regionale uscente si è auto-trascinata in un vicolo cieco, in una giornata in cui si sono susseguite riunioni ristrette e ragionamenti. E alla fine la soluzione adottata in serata dalla giunta (con Emiliano collegato in videoconferenza) è non decidere: questo fa scattare la proroga ope legis degli attuali commissari, cioè dei direttori uscenti che - per il momento - rimarranno almeno altri 45 giorni.

I commissari in carica sono Alessandro Delle Donne (Oncologico di Bari), Gregorio Colacicco (Asl Taranto), Tiziana Dimatteo (Asl Bat) e Giuseppe Pasqualone (Riuniti di Foggia). L’Irccs di Castellana è affidato a interim al dg della Asl Bari, Luigi Fruscio, perché l’uscente Tommaso Stallone ha completato due mandati.

L’istruttoria per definire la rosa degli idonei è stata chiusa a metà settembre, e dunque Emiliano ha la possibilità tecnica di nominare i nuovi direttori con contratto di tre anni. Viceversa, però, Antonio Decaro tramite gli uomini a lui più vicini ha rappresentato l’inopportunità di vincolare il prossimo presidente della Regione a una decisione così importante. La scelta dei manager delle Asl spetta al governatore, il confronto in giunta è un atto di condivisione politica, ma la firma sotto il decreto di nomina (e il contratto di lavoro) è del presidente della Regione, pienamente titolato a sottoscriverli fino a quando resta in carica.

Già nel corso della mattinata gli uffici hanno preparato i provvedimenti in bianco, così da lasciare mano libera alla politica. È stato fatto notare che in passato in Puglia ci sono già stati commissariamenti durati oltre sei mesi. E secondo alcune interpretazioni la scadenza dell’incarico (quello della Asl Bat si era già chiuso ieri) lascia comunque il commissario in carica per gli atti urgenti sulla base della proroga legale di 45 giorni prevista per tutti gli incarichi.

Chi ha parlato con Decaro della questione ne ha rilevato una certa contrarietà rispetto all’ipotesi che nel giro dei manager sanitari potesse essere infilato in extremis qualcuno da sempre vicino alla politica come Fabrizio D’Addario, attuale amministratore unico di Sanitaservice Bari, fedelissimo di Michele Emiliano, che le ipotesi della vigilia davano tra i papabili da inserire come quinto della lista. Da qui la richiesta di non toccare nulla, con la proroga degli attuali direttori generali, rinviando le scelte a dopo le elezioni.

La decisione non-decisione di ieri sembra dunque un modo per prendere tempo. Visto che i 45 giorni non arrivano alle elezioni, la giunta dovrà comunque ritornare sul punto entro metà novembre: dovrà farlo con un nuovo commissariamento di durata da definire, oppure - se ci sarà un accordo politico - anche con la nomina formale. Ma resta il problema che riguarda la Asl Taranto, dove l’uscente Colacicco domani compirà 68 anni e dunque per legge non sarà più nominabile. Il che implica la necessità di scegliere almeno due nuovi direttori oltre i tre (Delle Donne, Dimatteo, Pasqualone) già certi: farlo sotto elezioni potrebbe diventare un ulteriore elemento di destabilizzazione di equilibri precari. Ieri sera però la giunta si è occupata di dirigenti di settore: quelli soggetti a rotazione sono stati prorogati a dicembre, ma per altri è arrivata la nomina. In questo caso, però, il regolamento di «Maia» concede al nuovo presidente della Regione 60 giorni per l’eventuale revoca.

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