Giovedì 25 Settembre 2025 | 00:19

Provocazione della Lega «Candidiamo Vannacci». L'ira di Romito: «Attesa estenuante»

 
alessandra colucci

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alessandra colucci

Provocazione della Lega «Candidiamo Vannacci». L'ira di Romito: «Attesa estenuante»

Una boutade che ha scosso Fi e FdI, accusati di attendismo. Bocciata anche l’ipotesi di un candidato «civico» suggerita da Antonio Tajani

Mercoledì 24 Settembre 2025, 16:55

Una provocazione, per smuovere le acque e sollecitare una decisione definitiva, che sciolga le riserve e permetta l’avvio ufficiale della campagna elettorale: la notizia – pubblicata ieri, in mattinata, da La Gazzetta del Mezzogiorno – in base alla quale la Lega starebbe pensando a una corsa in solitaria per le regionali del 23 e 24 novembre, candidando il generale Roberto Vannacci, europarlamentare del Carroccio, a governatore è deflagrata come una vera e propria bomba mediatica.

Ma, più che una vera scelta di separarsi dal resto della coalizione, quella della Lega è sembrata più che altro un nuovo pungolo per far sì che si possa arrivare a una decisione in tempi brevissimi.

Anche per questo motivo, la notizia della discesa in campo di Vannacci è stata accolta nel più totale silenzio da parte dei vertici regionali sia di Fratelli d’Italia che di Forza Italia, così come anche nel Carroccio pugliese è stato scelto di non commentare.

In realtà non si tratta del primo sollecito arrivato dalla Lega negli ultimi giorni: non più tardi di sabato scorso, il capogruppo in Consiglio regionale, Giacomo Conserva, aveva usato toni molto duri, chiedendo di stringere i tempi e parlando di «incertezza che ancora avvolge la scelta del candidato presidente del centrodestra in Puglia diventata indecente e irresponsabile». «Ogni ulteriore rinvio – aveva attaccato Conserva - equivale a un suicidio politico annunciato: mentre la sinistra è in campagna elettorale da mesi, noi restiamo bloccati da tentennamenti incomprensibili». Non solo. Conserva aveva anche bocciato l’ipotesi di un candidato «civico» (suggerita dal leader azzurro, il vicepremier Antonio Tajani in alternativa all’ipotesi del commissario regionale, il parlamentare Mauro D’Attis). «Un candidato improvvisato – aveva dichiarato - non avrebbe né il tempo né la preparazione per affrontare i nodi cruciali della Puglia, dalla sanità allo sfascio dei trasporti, dalla crisi idrica ai rifiuti, dall’agricoltura all’ambiente, e sarebbe destinato a soccombere in qualsiasi confronto pubblico».

Ieri, invece, è toccato al collega Fabio Romito: durante una diretta social, senza usare mezzi termini, il consigliere regionale leghista ha esortato a scegliere il candidato governatore in tempi brevi. «Credo di parlare a nome di tutti gli elettori di centrodestra della nostra regione – ha spiegato Romito – che cominciano a essere stanchi di questa attesa estenuante: non è ancora stato scelto il candidato presidente per la nostra parte politica». Un ulteriore appello, quello di Romito che ha fatto anche riferimento alla propria scelta, lo scorso anno, di candidarsi a sindaco di Bari, in un momento in cui era necessario sciogliere la riserva in tempi brevi. «Una decisione rivolta unicamente alla nostra parte politica ovvero al centrodestra perché non avrei mai accettato di far sentire privo di rappresentanza il nostro popolo. Ero convinto che quella partita, così complicata, ci avrebbe insegnato qualcosa» però evidentemente, a detta di Romito, così non è stato.

Ma il centrodestra, al netto degli appelli di Conserva e Romito e della provocazione legata a Vannacci, ancora non ha scelto ufficialmente. E i dubbi potrebbero protrarsi addirittura fino alla settimana prossima ovvero a dopo le regionali delle Marche, previste per il 28 e il 29 settembre. Voci di corridoio, infatti, sostengono che, nelle scorse ore, la Lega avrebbe chiesto, in particolare a D’Attis e al coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, il sottosegretario Marcello Gemmato, un incontro per mettere la parola «fine» all’attesa, scegliendo il candidato. Pare, però, che sia Gemmato (il cui nome è da giorni il più quotato tra i »papabili» candidati e che non si sottrarrebbe, qualora necessario, come ha dichiarato) che D’Attis abbiano rimandato l’incontro, appunto, a dopo le elezioni nelle Marche. Da qui, la boutade del nome di Vannacci, con annessa corsa in solitaria, per spingere gli alleati a prendere una decisione il prima possibile.

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