BARI - Non c’è alcuna traccia del finanziamento da 190 milioni che dovrebbe finanziare la realizzazione della condotta del collegamento tra la diga molisana del Liscione e quella di Occhito in provincia di Foggia. La Regione lo aveva detto prima di Ferragosto, rispondendo polemicamente agli annunci fatti dai parlamentari foggiani di Fratelli d’Italia. E lo ha ripetuto anche ieri, a valle di ulteriori verifiche: niente soldi nel decreto ministeriale che ha ottenuto l’intesa in conferenza delle Regioni (e che è stato recepito nel Piano nazionale per l’emergenza idrica del ministro Salvini) e niente, nemmeno, nelle poste di bilancio autonomo del ministero dell’Agricoltura.
Nei giorni scorsi è tornato sul punto il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio La Pietra, rilanciando i contenuti della relazione predisposta dal commissario straordinario all’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua. La Pietra ha ricordato che l’interconnessione tra Liscione e Finocchito «è stata riconosciuta come strategica per il rafforzamento della resilienza idrica del Mezzogiorno e per garantire una gestione più efficiente delle risorse idriche tra le due regioni». La relazione del commissario, ha aggiunto La Pietra, «ha evidenziato il quadro attuale dei finanziamenti disponibili e ha segnalato un ulteriore fabbisogno finanziario pari a circa 20 milioni di euro. Il Governo è già al lavoro per individuare le fonti di finanziamento necessarie a coprire tale fabbisogno, consapevole dell’urgenza e della rilevanza dell’intervento. Tutto questo, consapevoli dei disagi vissuti dai cittadini e dagli agricoltori, conferma la volontà di procedere con la massima tempestività per risolvere definitivamente una criticità insostenibile. È emerso l’impegno di affidare la progettazione definitiva dell’opera entro ottobre, con l’obiettivo di completarla entro pochi mesi. La progettazione comprenderà anche gli interventi di sfangamento della diga di Ponte Liscione, finalizzati al recupero della capacità originaria di invaso, elemento fondamentale per garantire l’efficacia dell’interconnessione». E dunque sarà possibile «avere anche maggiori disponibilità per l’agricoltura della Capitanata, senza sottrarre niente al territorio molisano e anzi migliorando la diffusione idrica attraverso il sistema degli “stacchi”».
La Regione ha dunque svolto uteriori approfondimenti. Dai decreti ministeriali è emerso che in Puglia sarà finanziata la delocalizzazione dell’impianto di sollevamento di Manfredonia a servizio del serbatoio di compenso di Coppa Pilla, del serbatoio di Monte Sant’Angelo e di quello Alto di San Giovanni Rotondo, oltre che le opere integrative dello schema idrico Gargano Nord- Medio termine, con il nuovo serbatoio di Ingarano. Una terza opera riguarda le manutenzioni in Molise. I 20 milioni di risorse extra chiesti dal commissario, a cui fa riferimento il sottosegretario La Pietra, si riferiscono al completamento di un vecchio progetto che risale alla Legge obiettivo del governo Berlusconi per completare il secondo tratto della condotta del Liscione. Ma quella che la Puglia chiede è la condotta fino a Finocchito, con le relative diramazioni delle reti in Molise, per la quale servono 190 milioni. Soldi che al momento - dice la Regione - ancora non ci sono, nonostante gli annunci. E dunque le dichiarazioni di queste settimane - dicono fonti della presidenza regionale - sono soltanto propaganda.