Sabato 11 Ottobre 2025 | 22:37

Sindaci del Salento alla finestra, ma ci sono anche Greco e Manti

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Sindaci del Salento alla finestra, ma ci sono anche Greco e Manti

Da sinistra Pippi Mellone, Dina Manti e Stefano Minerva

Alla discesa in campo, per il centrodestra, del sindaco di Nardò Pippi Mellone, rispondono gli avversari con Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli e Dina Manti, sindaca di Corigliano d’Otranto

Sabato 23 Agosto 2025, 10:52

LECCE - Nella partita delle candidature dei sindaci il centrosinistra è in vantaggio 3 a 1, per ora. Alla discesa in campo, per il centrodestra, del sindaco di Nardò (il più popoloso dopo il capoluogo leccese), Pippi Mellone, rispondono gli avversari con le candidature sicure nel Pd di Stefano Minerva (sindaco di Gallipoli e presidente della Provincia di Lecce), che ha dichiarato di voler portare avanti l’azione politica del compianto Donato Metallo, e di Dina Manti, sindaca di Corigliano d’Otranto. L’altro primo cittadino a sostegno del campo largo è Paolo Greco, sindaco di Caprarica di Lecce e consigliere provinciale con delega ai Trasporti. Il centrodestra, però, potrà contare anche sulla vicesindaca di San Cesario, Elisa Rizzello, entrata nelle grazie dei fittiani e sostenuta direttamente dal parlamentare Antonio Gabellone.

Mentre l’impasse su Decaro domina la cronaca politica agostana, gli amministratori leccesi preparano la loro successione e la loro campagna elettorale. La legge regionale imponeva ai sindaci che intendevano candidarsi alle regionali di dimettersi non oltre 180 giorni prima della fine del loro quinquennio: grazie all’intervento della Corte Costituzionale ora si torna alla legge che prevede le dimissioni entro il giorno fissato per la presentazione delle candidature. Paolo Greco, al secondo mandato consecutivo, è pronto a dimettersi con due anni di anticipo solo per sostenere Decaro. Senza l’ex sindaco di Bari in campo come candidato presidente il primo cittadino di Caprarica, che milita in Azione, ha chiarito che farà un passo indietro.

Greco è stato contattato in tempi non sospetti: Decaro ha cominciato già ad aprile a sondare il terreno del Salento, incontrando diversi amministratori, incluso l’ex sindaco Carlo Salvemini. A 5 mesi di distanza il campo largo ha ancora un grosso nodo da sciogliere a Roma, visto che ieri il presidente della Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha ribadito che non ha voglia di sentirsi ostaggio delle decisioni di chi lo ha preceduto. Dunque, il «no» alle candidature di Emiliano e Vendola è ancora uno scoglio insuperabile.

Nel centrodestra, intanto, mentre si attendono le decisioni romane sulla candidatura di D’Attis, Pippi Mellone dà la carica, ribadendo che non è scontata la sconfitta. Per il sindaco di Nardò non c’è alcun problema per la successione neretina, se dovesse dimettersi tra settembre e ottobre: la squadra resterebbe compatta. A succedere al primo cittadino sarà Maria Grazia Sodero, vicesindaca con delega ai Servizi Sociali. I toni di Mellone sono già da campagna elettorale, del resto l’autunno si avvicina: «La nostra Regione non può permettersi altri 20 anni di sinistre al potere. Serve un cambiamento vero, radicale, capace di rimettere al centro i pugliesi e i loro bisogni». Eppure il primo cittadino di Nardò ha un grosso problema: quello della lista in cui correre. In Fratelli d’Italia hanno poco spazio e c’è poca voglia di accoglierlo, anche se Mellone è sponsorizzato da Donzelli. Il coordinatore provinciale, Saverio Congedo, non gradisce in lista un amico stretto del senatore Roberto Marti (che non vorrebbe Mellone nella Lega per evitare di affondare la riconferma del consigliere uscente Gianni De Blasi).

Inoltre FdI è all’opposizione a Nardò (anche se il sindaco sostiene che si tratti di personaggi provenienti da altre storie e che siano stati cacciati dalla maggioranza neretina perché si sono colpevolmente distaccati dalla linea tracciata). Tra l’altro nella lista regionale del partito della Meloni ci sono già due big uscenti come Paolo Pagliaro e Dino Basile (quest’ultimo sostenuto direttamente da Raffaele Fitto). Dunque poco spazio, a meno che Mellone non decida di correre nella lista del presidente, dove l’incertezza domina, soprattutto se bisogna crearla in due mesi e senza un nome di peso a livello regionale.

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