Domenica 12 Ottobre 2025 | 00:24

Regionali, l’ultimatum a Decaro. Il Pd: si candidi senza condizioni. I Dem: discuta con la coalizione

 
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Regionali, il Pd a Decaro: «Ottima la disponibilità a candidarsi, ma nessuno ponga precondizioni»

L'ex sindaco di Bari: «Sono pronto, ma non sarò ostaggio di Michi e Nichi». Una mossa che potrebbe essere l’ultimo avviso prima del «no» definitivo a correre per la Regione

Venerdì 22 Agosto 2025, 20:29

23 Agosto 2025, 09:35

BARI - Nell’incontro di martedì a pranzo mediato dai vertici Pd avevano stabilito che i due contendenti non avrebbero fatto dichiarazioni fino alla chiusura di un accordo sulle prossime elezioni. Ma ieri il governatore uscente Michele Emiliano ha rotto il silenzio, consegnando a «Repubblica» la sua intenzione di non rinunciare alla candidatura a consigliere regionale. E così anche Antonio Decaro ha deciso di venire allo scoperto, con parole pacate nella forma ma durissime nella sostanza: «Io sono pronto a candidarmi alla presidenza della Regione Puglia», ha scritto l’ex sindaco di Bari e parlamentare europeo. Ma «devo sapere di poter guidare la Regione davvero, con piena libertà, guardando avanti e non indietro», senza «essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto». Cioè di Emiliano, appunto, ma anche di Nichi Vendola.

Decaro ha dunque fatto saltare il tappo, con una mossa che potrebbe essere l’ultimo avviso prima del «no» definitivo a correre per la Regione: io ci sono, fa sapere l’ex sindaco barese, ma alle mie condizioni. Un’uscita che è stata letta da molti anche come un attacco ai vertici del Pd e dunque a Elly Schlein, che - non è un segreto - teme di ritrovarsi Decaro come sfidante alla segreteria nazionale del partito.

Una frase di Decaro («Non è una questione personale. È una questione politica, nel segno del rinnovamento») sembra una critica alla segretaria Dem, che nella prima fase del suo mandato ha detto di «non voler più vedere» i cacicchi, salvo poi dover trattare tanto con Emiliano in Puglia quanto con De Luca in Campania. E che - dal punto di vista di Decaro - non avrebbe la voglia (o la forza) di sbarrare la strada a Emiliano.

E così ieri dal Nazareno hanno deciso di prendere Decaro in contropiede, interpretando la sua dichiarazione come un via libera con riserva («Ha fatto come il presidente della Repubblica», è il commento di un alto papavero del Pd) e dunque invitandolo a sedersi al tavolo della coalizione. A lanciare il segnale è stato Igor Taruffi, il capo dell’organizzazione del partito che martedì aveva mediato l’incontro con Emiliano e che ha definito «un’ottima notizia» la «disponibilità manifestata» da Decaro: «È proprio quello che speravamo. Per noi è la candidatura più competitiva da mettere a disposizione della coalizione che vogliamo costruire per vincere contro la destra e continuare a governare la Puglia».

Taruffi ha risposto alle critiche dell’ex sindaco di Bari sulla mancanza di volontà di «rottamare», confermandogli che il Pd lavorerà sulla coalizione con M5s e Avs: «Decaro è la persona giusta per portare avanti una storia importante che ha caratterizzato il centrosinistra e il governo della Puglia negli ultimi 20 anni. Anni in cui il centrosinistra, grazie al lavoro di chi in questo lungo periodo ha guidato la Regione, ha saputo essere il motore dell'innovazione e del cambiamento. E su questa strada - questa la linea Dem - si deve proseguire. Siamo già al lavoro per costruire la coalizione più inclusiva e plurale per vincere in Puglia. Alle liste del Pd lavoreremo come sempre con il partito regionale». Poi l’avvertimento a Decaro, a cui il Pd sembra dire che non è possibile impedire la candidatura di Emiliano: «Chiediamo a tutti, a partire da chi ha svolto ruoli di maggiore responsabilità politica, di mettere in campo generosità senza precondizioni ma pensando al lavoro di squadra, perché in un partito nessuno decide da solo e perché l'unità è essenziale per costruire un progetto che risponda ai bisogni concreti dei cittadini».

Decaro è tornato sull’argomento in serata da Fasano, confermando che non cambia idea: «Non è mai capitato - ha detto - che un presidente di Regione si sia candidato a fare il Consigliere regionale. Diventa difficile gestire l'attività, perché ti devi confrontare sempre col predecessore, in questo caso col predecessore e col predecessore del predecessore, ogni volta che devi prendere una decisione e quindi non mi sentirei libero. Con Emiliano? Non è una questione personale».

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