Che cosa c’entra la Apulia Film Commission con la «promozione e valorizzazione del brand Puglia»? E soprattutto: come è possibile finanziare una pellicola che non è stata girata in Puglia nemmeno per un minuto, condizione indispensabile per accedere ai contributi pubblici? Eppure Afc, per la prima volta nella sua storia e creando un precedente pericoloso, ha fatto proprio questo: un affidamento diretto da 40mila euro alla Lucky Red per «Un film fatto per Bene», la pellicola di Franco Maresco in concorso al prossimo festival di Venezia, utilizzando come causale la valorizzazione del brand Puglia.
La cosa è singolare, perché è avvenuta senza alcuna procedura di selezione ad evidenza pubblica, ma andando oltre i compiti della fondazione di fatto controllata dalla Regione e presieduta (sarebbe meglio dire commissariata) dall’ex magistrata Anna Maria Tosto: Afc deve occuparsi - lo dice lo statuto all’articolo 3 - di «attrarre in Puglia le produzioni audiovisive italiane ed estere al fine di promuovere e valorizzare il patrimonio artistico e ambientale», e «sostenere la produzione e la distribuzione delle opere audiovisive realizzate nella Regione». «Un film fatto per Bene» di Maresco (prodotto da Dugong Films ed Eolo Films e distribuito da Lucky Red) non ricade in nessuna di queste due situazioni, essendo stato girato interamente a Palermo senza coinvolgimenti pugliesi.
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