Momenti di tensione durante il Consiglio regionale dopo che è stato respinto l’emendamento che chiedeva la sospensione del pagamento del tributo 630 fino all’approvazione del piano generale di bonifica e del nuovo piano di classifica. In Aula forti le proteste di agricoltori e rappresentanti di movimenti di categoria, in dissenso contro la mancata sospensione. La presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, ha anche chiesto l’intervento della vigilanza. La protesta è poi rientrata dopo pochi minuti. L’emendamento era stato presentato, già in altre sedute, dai consiglieri Casili (M5s) e Scalera (La Puglia domani). Questa volta c'è stato il voto segreto.
«Dispiace che ancora una volta il consiglio regionale non si sia preso le proprie responsabilità, chiedendo il voto segreto sull'emendamento per la sospensione del pagamento del tributo 630 al Consorzio Unico di Bonifica. Avevo pienamente ragione - ha affermato Casili - quando dicevo che l’emendamento era ammissibile, ed infatti dopo un braccio di ferro durato mesi è stato finalmente portato al voto». «Tuttavia l’emendamento è stato bocciato, ma continuiamo a ritenere ingiusto che migliaia di agricoltori e cittadini siano costretti a pagare un tributo per servizi che di fatto non ricevono e senza che siano eseguiti lavori di manutenzione e interventi di bonifica di competenza regionale». «Ci abbiamo sempre messo la faccia e riteniamo grave - ha concluso- che invece alcuni colleghi abbiano preferito nascondersi dietro il voto segreto. Respingiamo al mittente le accuse di populismo».
Il Consiglio regionale si è poi concluso dopo poco più di quattro ore per mancanza di numero legale al momento del voto sul 38esimo emendamento aggiuntivo dei 39 presentati ad un disegno di legge di riconoscimento di debiti fuori bilancio.