Presto in Puglia sarà possibile commercializzare e somministrare a livello locale piccoli quantitativi di carne di cinghiale, su richiesta del consumatore finale o degli esercenti di piccoli esercizi commerciali. La comunica la CIA Agricoltori Italiani di Puglia, raccontando che tutto è nato nel corso della seconda edizione dell’evento «Fauna selvatica in Puglia, novità in materia di gestione e contenimento» organizzato lo scorso anno a Castellaneta
Attualmente, l’articolo 15 della legge regionale numero 28 del 2018 vieta la vendita della fauna selvatica abbattuta. Tuttavia, una proposta di modifica, formalizzata dall’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, punta a consentire la commercializzazione della carne di cinghiale, aprendo nuovi scenari per le strutture ricettive e i piccoli imprenditori pugliesi.
La modifica permetterebbe di mantenere sul territorio il valore aggiunto derivante dalla lavorazione e vendita della carne, favorendo allo stesso tempo un turismo enogastronomico basato su prodotti locali. La commercializzazione sarebbe regolata attraverso centri di lavorazione riconosciuti, con controlli veterinari e analisi specifiche a garanzia della sicurezza alimentare e della tracciabilità.
La carne di cinghiale potrà essere ceduta direttamente al consumatore o agli esercenti, previa ispezione veterinaria e analisi trichinoscopica. Restano vietate la vendita di altra fauna selvatica abbattuta e la commercializzazione di cinghiali morti per incidenti stradali.
La proposta arriva dopo una serie di confronti e approfondimenti tenuti anche durante eventi dedicati alla gestione e al contenimento della fauna selvatica in Puglia. L’obiettivo è quello di sostenere le aziende agricole locali e rispondere alle esigenze degli operatori del settore, garantendo allo stesso tempo il rispetto delle norme igienico-sanitarie.
L’iniziativa è stata accolta come un passo importante per lo sviluppo della filiera corta della carne di cinghiale in Puglia e per la valorizzazione delle risorse locali.