La Regione manterrà l’80% delle azioni di Acquedotto Pugliese, destinando l’altro 20% ai Comuni così da poter procedere all’affidamento in-house del servizio idrico per i prossimi 30 anni. Oltre a blindarne la natura pubblica, stabilendo che non potranno essere vendute ad altri soggetti, il nuovo statuto approvato ieri dalla giunta istituisce un nuovo modello di governance per la principale società pubblica del Mezzogiorno destinando 450mila euro l’anno (presi dagli utili) al funzionamento della società veicolo che raccoglie gli enti locali.
Nell’assemblea dei soci convocata per lunedì 7 luglio potrebbe arrivare il via libera definitivo allo statuto, mentre non è chiaro se ci saranno anche le nomine dei nuovi vertici scaduti ormai da più di un anno.
Lo Regione ha dovuto recepire il contenuto delle norme concordate nel 2024 con l’allora ministro Raffaele Fitto per mantenere la gestione pubblica ed evitare la gara. E dunque il consiglio di amministrazione salirà a sette componenti, di cui uno designato da Palazzo Chigi (che ha già scelto l’avvocato salentino Luciano Ancora) e un altro nominato dal nuovo «comitato di coordinamento e controllo», a sua volta composto da sei membri scelti in rappresentanza dei Comuni dalla «società veicolo» che conterrà il loro 20% delle azioni. Un bizantinismo utile a creare nuove poltrone con logica finemente spartitoria. Nel comitato di controllo, cui spetta l’esercizio del controllo analogo (approva i bilanci e il piano industriale) siederanno un rappresentante per ciascuna fascia di popolazione dei Comuni. Un costoso giocattolo per la politica, dal momento che al funzionamento della società veicolo vengono stanziati 450mila euro l’anno presi dagli utili di esercizio. E comunque il modello di governance continuerà a garantire alla Regione (cinque consiglieri su sette) il controllo assoluto sulla società.
L’operazione propedeutica all’affidamento in-house, che spetta all’Aip (l’Autorità idrica pugliese) doveva essere conclusa entro i 30 giugno (data in cui risulta convocata l’assemblea dei soci in prima convocazione). Dopodiché, appunto, la partita si sposterà sulle nomine. Nell’entourage del governatore Michele Emiliano garantiscono che «non se ne è ancora parlato», anche se alcuni nomi circolano da tempo. Una ipotesi è che venga nominato presidente il barese Vito Cozzoli, già n. 1 della Sport e Salute e capo di gabinetto dello Sviluppo economico. La Regione potrebbe poi affidare la gestione a un amministratore delegato: si è parlato del dirigente Roberto Venneri, gradito anche a Fitto.