BARI - Un'audizione urgente perché «i dati sullo stato di attuazione del programma di screening gratuito per l’Hcv in Puglia sono fortemente preoccupanti». E' la richiesta formalmente avanzata da Luigi Lopalco, consigliere regionale Pd e professore ordinario di Epidemiologia, all'assessore regionale alla Salute e al Direttore del Dipartimento Salute. «L’obiettivo è fare luce su un’inerzia che rischia di compromettere un obiettivo cruciale per la sanità pubblica».
«L’eradicazione dell’Hcv è una priorità globale fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità entro il 2030. L’Italia, con un fondo sperimentale di 71,5 milioni di euro destinato allo screening gratuito per i nati tra il 1969 e il 1989, ha intrapreso questa strada già dal 2019. Ma i dati relativi alla Puglia ci dicono che siamo in grave ritardo - spiega Lopalco, ex assessore regionale alla Salute -: a fronte di oltre 1,1 milioni di cittadini aventi diritto, solo 75.205 hanno spontaneamente eseguito il test, con appena 942 positività (1,25%). Questo significa che oltre 1 milione di pugliesi non sono stati intercettati e, fatto ancora più grave, che tra loro si nascondano più di 13.000 potenziali nuovi casi di infezione non diagnosticata».
Siamo di fronte ad una sottovalutazione inaccettabile che rischia di vanificare gli sforzi compiuti a livello nazionale e regionale, compromettendo la possibilità di trattamenti precoci e aumentando drammaticamente i costi sociali e sanitari futuri. La battaglia contro l’HCV non può essere persa per inerzia e mancanza di visione. Chiediamo alla Regione Puglia - conclude - un cambio di passo radicale, una programmazione efficace, una comunicazione incisiva e l’utilizzo pieno delle risorse disponibili. Ogni giorno di ritardo è un’occasione persa per salvare vite e ridurre la sofferenza».
LA REPLICA DI PIEMONTESE A LOPALCO
«Il programma di screening è pienamente operativo, con risorse ben utilizzate, una pianificazione dettagliata e una rendicontazione costante verso il Ministero della Salute». Così l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Piemontese replica al consigliere del Pd, Pierluigi Lopalco che aveva definito «allarmanti» i dati dello screening HCV. "La Regione Puglia - ha proseguito l’assessore - non solo ha attivato tutti i canali previsti dal Piano nazionale, ma ha anche rafforzato il sistema con l’acquisto dei cosiddetti POCT, i Point of Care Testing che sono dispositivi o sistemi diagnostici utilizzabili direttamente sul luogo di cura o vicino al paziente, oltre alla messa in rete delle farmacie, campagne di comunicazione multicanale e l’attivazione dello screening nei SERD, i Servizi per le Dipendenze, nelle carceri e nei laboratori pubblici». Nel dettaglio, fa sapere Piemontese, oltre 600.000 cittadini della fascia di età 1969-1989 sono già stati raggiunti con chiamate attive con SMS, attraverso l’App IO o telefonate). Ci sono 900 farmacie convenzionate che eseguono mediamente 20.000 test al mese, con una copertura capillare su tutto il territorio. Sono già attivi i POCT nei SERD e negli Istituti penitenziari pugliesi. Sono stati recuperati oltre 107.000 test opportunistici offerti a persone che accedono ai servizi sanitari per altri motivi, eseguiti prima dell’avvio della chiamata attiva. «Il nostro tasso di adesione - sottolinea l'assessore - è perfettamente in linea con quello delle altre Regioni italiane, come confermato anche nei tavoli tecnici interregionali». Quanto all’ampliamento della platea, per Piemontese «le Regioni, compresa la Puglia, hanno chiesto formalmente al Ministero della Salute l’estensione della fascia d’età coinvolta nello screening. Ma si tratta di una decisione che non può essere assunta unilateralmente. La lotta all’HCV - conclude Piemontese - è una battaglia di civiltà che non si vince a colpi di comunicati roboanti, ma con la pazienza della programmazione, la concretezza delle azioni e l’unità delle istituzioni».