BARI - L’ex dipendente Nicola Alfonso non ha alcuna responsabilità nella vicenda delle cosiddette carrozze d’oro di Ferrovie Sud-Est, su cui già la giustizia penale nel 2022 lo ha assolto insieme ad altre cinque persone. Lo ha stabilito il giudice del lavoro, che ha rigettato il ricorso con cui la società del gruppo Fs aveva chiesto ad Alfonso, responsabile del procedimento, un risarcimento danni da quasi 6 milioni.
La sentenza (giudice Maria Procoli) ha avuto come conseguenza anche la revoca del sequestro conservativo eseguito nel 2017 in sede erariale (poi riproposto in sede civile dopo la Cassazione a sezioni unite) sui beni dell’ex dipendente in concorso con quelli dell’ex amministratore unico Luigi Fiorillo, pure lui - va detto - assolto con formula piena dall’accusa di truffa alla Regione ma a sua volta ancora sottoposto ad azione di responsabilità. La vicenda riguarda le 23 carrozze Silberling comprate di seconda mano dalle ferrovie tedesche per 37.500 euro ciascuna e poi rivendute a Fse, dopo il revamping, a 22,5 milioni di euro. Secondo la Procura di Bari - e secondo la stessa Fse - il prezzo non avrebbe dovuto superare gli 11 milioni.
Nel processo penale il Tribunale ha ritenuto non provata la sproporzione di prezzo. La sentenza civile ha rilevato la mancata prova del danno asseritamente causato da Alfonso (difeso dagli avvocati Fabrizio Lofoco e Nicola Quaranta). E anche in questa sede si è arrivati allo scontro tra le perizie, quella della Procura e quella delle difese, che indicavano costi molto diversi per il «revamping» (la ristrutturazione) delle carrozze tedesche. La «rilevante discrasia» tra i due elaborati peritali, dice la sentenza, non è stata adeguatamente giustificata, anche perché il valore delle carrozze rimesse a nuovo era stata valutata come congrua nella perizia commissionata dalla banca che ha concesso il leasing. «Ne consegue che anche nel presente giudizio risarcitorio deve affermarsi la mancanza di prova del danno, inteso quale sovrapprezzo subito dalla società ricorrente per effetto delle come dedotte modalità con cui si è svolta l’acquisizione delle carrozze revampizzate».
Irrilevante, secondo il Tribunale, il fatto che quelle carrozze non siano mai state utilizzate. Questo perché all’epoca Fse aveva attribuito «il mancato utilizzo delle carrozze a ragioni di carattere tecnico legate non alla inidoneità del materiale rotabile, bensì alla circostanza di non avere in dotazione un numero sufficiente di locomotori compatibili».
È stato intanto fissato al 16 ottobre l’appello per la bancarotta di Ferrovie Sud-Est. La sentenza di primo grado ha disposto sette assoluzioni e cinque condanne tra cui quella di Fiorillo a 10 anni.