BARI - Più che voler denunciare la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, la segretaria generale Mimma Gattulli e due dirigenti, con l’esposto inviato per Pec il 30 dicembre il governatore Michele Emiliano ha voluto tutelare se stesso. Tutelarsi dalle conseguenze di un falso contenuto all’interno della legge di bilancio 2025 che lo stesso Emiliano ha promulgato poche ore prima del Capodanno. E ieri, con una nuova lettera al procuratore Roberto Rossi, il governatore ha ulteriormente chiarito il senso della sua iniziativa, tesa a «consentire la conoscenza dei fatti e contribuire alla piena legittimità dell’operato di questa Regione nel rispetto del principio democratico di cui il voto assembleare è espressione»: il testo finale della legge approvato in Consiglio nella notte tra i 17 e il 18 dicembre – ha scritto ieri Emiliano a Rossi - «non comprendeva l’articolo 242 (corrispondente all’emendamento 111 presentato dalla consigliera Laricchia) perché l’emendamento che lo conteneva era stato dichiarato respinto nel corso della votazione sui singoli emendamenti». Inserirlo nel testo finale mandato alla firma del governatore equivale ad attestare un falso...
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