BARI - A Roma, Milano, passando per Napoli, Bologna, Venezia e Torino, più altri duemila Comuni, si voterà alle prossime elezioni amministrative in un periodo che andrà oltre i cinque anni del naturale mandato, ovvero nell’arco dei sei mesi successivi: questo esito emerge da una circolare del dipartimento del Viminale che si occupa della materia elettorale, dove si illustra ai territori la normativa vigente. Lo slittamento è determinato per permettere di votare nella primavera dell’anno successivo all’ultimo semestre del mandato, come normalmente previsto. Questa formula - che per il ministero degli Interni è riferita esclusivamente ai municipi - ha messo in allarme anche le forze politiche interessate a conoscere i tempi del rinnovo dei Consigli regionali che scadono il prossimo anno a partire da quello della Puglia (ma ci sono anche Campania, Toscana, Veneto e Marche). Lo statuto pugliese prevede che si voti entro tre mesi dalla fine del quinquennio del mandato (quindi entro dicembre 2025), ma nulla osta, come riferiscono fonti vicine alla presidenza del Consiglio regionale, che dopo un accordo nella Conferenza Stato-Regioni, possa essere preso in considerazione uno slittamento alla primavera del 2026, se dovesse essere previsto un «election day» insieme alle Comunali. L’accorpamento dei due appuntamenti elettorali potrebbe da un lato garantire un risparmio nelle spese organizzative per le procedure elettorali (scuole chiuse e seggi aperti per comunali e regionali) ma dall’altro garantirebbe ai consiglieri regionali della Puglia (e delle altre quattro regione) un inatteso prolungamento del mandato di oltre sei mesi, con annessi e connessi legati alle erogazioni delle indennità di carica.
Per l’appuntamento pugliese il centrosinistra si è con decisione orientato verso la candidatura dell’europarlamentare barese Antonio Decaro, esponente di primo piano del Pd, nonché già sindaco di Bari e presidente nazionale Anci. La sua discesa in campo è data quasi per scontata e sarebbe supportata in pieno anche dal Nazareno (la Schlein «impegnerebbe» sul territorio uno dei leader con, in prospettiva, una popolarità nazionale tale da non limitarne la ribalta e da configurarne il physique du rôle di possibile rivale per la segreteria. Nel centrodestra, invece, accanto alle ipotesi «politiche» che portano a Marcello Gemmato, Mauro D’Attis e Andrea Caroppo, i partiti vagliano «uno schema alla Ninì Distaso», ovvero l’indicazione di un accademico in grado di superare gli steccati del fronte conservatore.
Nella circolare ministeriale è ben spiegato che i Comuni torneranno alle urne nei sei mesi successivi allo scadere del mandato dei cinque anni. Dunque nella finestra temporale ordinaria prevista dalla legge 182/1991, quindi nella primavera del 2026 e del 2027. Nel 2020 e nel 2021 fu disposto, attraverso decreti legge, il rinvio in autunno delle elezioni a causa dell’epidemia che era ancora in corso. La misura riguarderà il prossimo anche Comuni pugliesi e lucani come Andria, Trani, Casarano e Matera, oltre che Venezia, Reggio Calabria, Trento, Bolzano, Arezzo, Crotone, Agrigento, Chieti, Lecco, Mantova, Macerata, Fermo, Nuoro, Aosta, Enna.