BARI - L’eventualità che Ferrovie Sud-Est finisca in liquidazione e che i suoi servizi debbano essere riassegnati ad altri operatori sta scatenando il mercato del trasporto pubblico locale, in particolare quello della gomma. E infatti Ratp Italia ieri ha avanzato una manifestazione di interesse alla Regione dichiarando di essere disponibile «a partecipare a eventuali iniziative e procedure amministrative» per garantire l’operatività dei bus.
Il contesto è quello della sentenza con cui il Consiglio di Stato in agosto ha dichiarato illegittimo il trasferimento di Fse dal ministero delle Infrastrutture al gruppo Fs, ed ha ritenuto contrario alle norme europee il contributo di 70 milioni assegnato nel 2016 per risanare la società. Il risultato è che Sud-Est ha dovuto eliminare il relativo credito dal bilancio e, con il patrimonio netto in territorio negativo, ha chiesto al socio la convocazione di una assemblea straordinaria: il 18 dicembre si deciderà se la società verrà ricapitalizzata o se - molto più probabilmente - dovrà essere messa in liquidazione.
Il contratto di servizio tra Regione e Fse (rinnovato fino al 2032) vale 50 milioni l’anno, e la parte più consistente delle percorrenze è su gomma: 13 milioni di km l’anno. La parte ferroviaria non potrà che essere garantita dalle altre società del gruppo Fs (Trenitalia per il ferro, Rfi per la manutezione della rete), ma per la gomma la soluzione non è così semplice. Sul territorio pugliese c’è il consorzio Cotrap, che raggruppa tutti gli operatori concessionari della Regione e che è stato tra i firmatari del ricorso contro il trasferimento di Fse al gruppo Fs, ma per l’assegnazione dei servizi sarà obbligatorio passare dal mercato. Tanto più che nel 2026 sono previste le gare di bacino, nel cui ambito dovranno essere anche razionalizzati (su base provinciale) i servizi attuali.
Il problema è cosa può accadere se il 18 Fse (ancora di proprietà del gruppo Fs, fino a quando il ministero delle Infrastrutture non deciderà di ottemperare alla sentenza) dovesse essere messa in liquidazione. Il venir meno della continuità aziendale è causa di revoca del contratto di servizio, attraverso una clausola che nel 2023 è stata inserita esplicitamente dalla Regione proprio con riferimento al contenzioso amministrativo sugli aiuti di Stato.
Nell’ipotesi di una liquidazione di Fse la Regione dovrà provvedere con un affidamento ponte, d’urgenza, per non bloccare treni e bus che garantiscono la mobilità in mezza Puglia. Ratp, braccio italiano della multinazionale francese (gestisce tra l’altro la metropolitana e gli autobus di Parigi), ha dunque chiesto di essere tenuta in considerazione per l’eventuale affidamento ponte, garantendo - tramite il presidente Federico Tonetti - la sua disponibilità a valorizzare «sinergie» con gli operatori del territorio. Anche questi ultimi stanno sviluppando lo stesso ragionamento: anche il consorzio Bari Nord, affidatario dei servizi integrativi di Sud-Est, ha fatto una richiesta analoga a quella dei francesi. E ci sarebbero altre due società pronte a fare la stessa cosa. È un fuoco di sbarramento nei confronti di Cotrap, il gigante pugliese in cui convivono molte anime, e che proprio in virtù del ricorso amministrativo persegue l’obiettivo di mettere le mani sul pezzo più importante del business.
Dal ministero delle Infrastrutture per ora non arriva alcuna indicazione sul futuro di Sud-Est. L’incontro con i vertici del gruppo Fs di dieci giorni fa non ha prodotto decisioni definitive, anche in attesa che il Consiglio di Stato si esprima su una richiesta di interpretazione autentica della sentenza avanzata dal ministero attraverso l’Avvocatura dello Stato. Tuttavia al momento attuale l’ipotesi della liquidazione di Fse è quella che appare più sensata, perché il gruppo Fs non ha alcuna intenzione di risanare i conti della società visto che non può gestire direttamente i bus (Busitalia, la società del gruppo, non opera in Puglia) e otterrebbe comunque treni e rete.