BARI - Venerdì c’è stata la riunione che potrebbe aver chiarito gli ultimi dettagli tecnici sui contenuti dell’accordo con il governo. E ieri, parlando dell’elezione del ministro Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della commissione Ue, il governatore Michele Emiliano ha spiegato che - forse - sullo sblocco dei fondi Fsc siamo al punto decisivo: la firma potrebbe arrivare presto, entro la prima settimana di dicembre, e così la Puglia dovrebbe poter contare sui 4,60 miliardi che servono per sostenere alcuni pilastri delle politiche di sviluppo.
«L’ultimo messaggio con Raffaele Fitto è di qualche minuto fa - ha detto Emiliano -. Stiamo lavorando. Naturalmente è un lavoro complicato perché voglio solo dire che l’ultimo quadro dell’Fsc si è concluso con la rendicontazione di più di 50.000 progetti, quindi provate a immaginare che adesso ne abbiamo altrettanti da progettare e stiamo dialogando. Spero in modo positivo». La Puglia è rimasta l’ultima Regione a non aver ancora ottenuto l’assegnazione formale dei fondi, che - proprio a seguito di una legge di Fitto - in questo ciclo di programmazione hanno subito una stretta: il Dipartimento di Palazzo Chigi ha l’ultima parola sui progetti, chiede un cronoprogramma e può procedere di ufficio al definanziamento di quelli che non procedono entro i tempi. Ma la Puglia, sui fondi strutturali, ha sempre dimostrato una certa affidabilità. Ancora venerdì il capo di gabinetto, Giuseppe Catalano, e il responsabile dell’Autorità di gestione, Pasquale Orlando, hanno documentato agli uffici del Governo il rispetto di tutte le tempistiche in materia.
Il fatto che si sia vicini allo sblocco è testimoniato anche dal fatto che Emiliano ha anche cambiato tono rispetto alle settimane scorse, in cui aveva accusato la premier Giorgia Meloni di non voler firmare perché non c’è la «cassa» necessaria a trasferire i soldi alla Puglia. «Il governo - ha detto - ha alcune richieste da fare alla Regione Puglia. I soldi sono nelle loro mani, quindi è chiaro che la Puglia è comprensiva delle richieste del governo e si troverà, spero, un punto d’incontro. D’altra parte la politica è l’arte del compromesso, non è l’arte della vittoria schiacciante di uno contro l’altro». I tempi potrebbero essere stretti, al punto che Fitto potrebbe partecipare alla firma prima dell’insediamento a Bruxelles, previsto al momento il 1° dicembre. Ma è più probabile che la cerimonia venga programmata la settimana successiva. «Penso che sia una soddisfazione che il ministro Fitto ha diritto a togliersi. Ovviamente deve comprendere che a noi anche farebbe piacere dargli questa soddisfazione, ma se non ci riusciamo lo faremo col suo successore. Io però sono confidente di riuscire a farlo con con Raffaele».
Sui fondi Fsc sono appoggiate, ad esempio, le politiche di incentivazione alle imprese (ci sono 4.700 domande già istruite che attendono), ma anche il cofinanziamento alle risorse europee (la Regione deve garantire la quota del 15%). E fino allo scorso anno da Fsc arrivavano anche i soldi per cultura e turismo, per i quali al momento nel bilancio 2025 è previsto un tondo zero: una piccola parte di iniziative andrà sui fondi europei, che non possono coprire però i contributi a fondo perduto. Da qui l’importanza di avere un pezzo di carta che possa sbloccare la programmazione, anche per rendere più semplici le scelte del prossimo bilancio autonomo che dovrà andare in Consiglio prima di Natale.
In più dalle mani di Fitto è passata la mediazione che la Regione ha chiesto sulla legge per l’Acquedotto Pugliese, impugnata dal governo, che è al momento l’ultima strada possibile per evitare che nel 2026 il servizio idrico integrato vada a gara. La Puglia ha proposto di modificarla, ma non ha finora ottenuto il ritiro del ricorso alla Consulta. E i tempi stringono.
Ramoscelli di ulivo, dunque. «Come ho già detto - ha proseguito Emiliano - il Partito democratico italiano e in particolare i democratici pugliesi hanno molto sostenuto Fitto. Adesso lui sta nel governo di centrosinistra che governa l’Unione europea, sta al governo col Pd, ha il ruolo di rappresentare l’Italia, non il suo governo ma l’Italia. E ovviamente noi siamo contenti perché poi i pugliesi in fondo in fondo hanno un forte senso della della comunità. Quindi come ho sempre detto, per non esagerare in complimenti, meglio lui che che qualcun altro».