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Andrea Delmastro nei penitenziari di Taranto e Brindisi: «Carceri, più assunzioni e investimenti»

 
michele de feudis

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michele de feudis

Andrea Delmastro Delle Vedove: «Carceri, più assunzioni e investimenti»

Il sottosegretario di Stato al Ministero della giustizia in visita: intercettazioni? Nessun limite all’azione dei magistrati

Martedì 13 Agosto 2024, 09:46

14 Agosto 2024, 12:26

Sottosegretario Andrea Delmastro, il governo non va in vacanza a Ferragosto. Lei è in Puglia per visitare le carceri di Taranto e Brindisi con il deputato Dario Iaia di Fdi. Ne gira più lei o forzisti e radicali?

«Non faccio gare (sorride, ndr), ma io sono venti mesi che li giro e ne ho visitati ormai oltre 100 su 191, incontrando uomini e donne della polizia penitenziaria a cui abbiamo assicurato nuove assunzioni, nuove dotazioni, nuove regole di ingaggio per poter garantire la sicurezza nei nostri istituti. Abbiamo finanziato assunzioni per oltre 7000 agenti e abbiamo finanziato 2000 extra assunzioni, cioè oltre il turn over per pensionamento: lo Stato non arretra più. Abbiamo anche incontrato i direttori degli istituti a cui abbiamo garantito l’indennità di funzione e, a proposito del trattamento, gli educatori, essenziali per il trattamento del detenuto e la rieducazione, che abbiamo assunto sino al traguardo storico di saturare le piante organiche. Così si fa il trattamento, non con la retorica di chi poi non assumeva gli educatori».

La linea dell’esecutivo Meloni sulle carceri è quella del programma sottoscritto dai partiti della coalizione, nonostante un tentativo di smarcamento di Forza Italia, come nel caso dell’intervista dell’azzurro Giorgio Mulè sul Foglio. Quale la visione di fondo?

«La linea di fondo è imposta da un banale dato di realtà e dalla catastrofica eredità lasciataci dal centrosinistra. Il dato di realtà è che i provvedimenti “svuota carcere” sono sempre stati applicati in passato e non hanno sortito alcun effetto, se non erodere il principio della certezza della pena. Il dato catastrofale è che mancano circa 10.000 posti detentivi, essenziali per le migliori condizioni. In soli 20 mesi abbiamo sbloccato più di 250 milioni di investimenti in edilizia penitenziaria che ci consentiranno di recuperare 7000 dei 10.000 posti mancanti. Con la nomina del Commissario speciale poi confidiamo in una accelerazione della esecuzione dei lavori». È banale: se ci sono tanti detenuti non si aboliscono i reati, non si fanno provvedimenti “svuota carceri” che suonano come una resa, si investe in edilizia penitenziaria».

Arriveranno risorse anche in Puglia?

«Sì e diverse, anche se il più rilevante sono 4 milioni di euro per una complessiva ristrutturazione del carcere di Bari».

Gli organici degli agenti penitenziari. Un tema a cui il governo è molto attento…

«È la prima volta negli ultimi 20 anni che, oltre alla copertura totale del turn over per pensionamenti, facciamo anche assunzioni ulteriori. Abbiamo consegnato loro strumenti operativi. Abbiamo istituito il Gruppo di Pronto Intervento sulla scorta del modello francese che ha ridotto, nel tempo del 90%, sommosse e rivolte. Abbiamo istituito il reato di rivolta in istituto penitenziario: basta impunità per chi aggredisce la polizia penitenziaria e distrugge i nostri istituti. Soprattutto abbiamo istituito il reato di istigazione alla rivolta, perché sappiamo che molte rivolte sono alimentate da pericolosissimi criminali che poi non vi partecipano, come nel marzo del 2020 quando determinarono decine di milioni di euro negli istituti penitenziari».

Il Dl Carceri è oggetto di forti critiche da sinistra. Quale accusa trova meno calzante in un Paese che dove la legislazione consente sconti di pena anche al brigatista coinvolto nell’assassinio di Marco Biagi?

«Che escono solo i poveracci. Andate a dirlo al figlio di Marco Biagi che non ha nascosto la sua amarezza: con l’ampliamento della liberazione anticipata sarebbe uscito molto prima. A ciò si aggiunga che già oggi in particolare quando il fine pena è contenuto nei due anni, vi sono misure alternative. Misure che non sono state concesse dai giudici evidentemente anche per la pericolosità sociale: perché avremmo dovuto concedere noi politicamente e con un provvedimento generalista un “tana libera tutti”?».

Si discute dell’uso delle intercettazioni. Può chiarire il perimetro del vostro intervento legislativo? Cosa cambia per i magistrati nell’esercizio dell’azione penale?

«Non abbiamo deprivato la magistratura e non depriveremo mai la magistratura di importanti strumenti, quali le intercettazioni, per contrastare i crimini più odiosi. Siamo, viceversa, intervenuti sull’abuso delle intercettazioni, su quel corto circuito mass-mediatico fra procure e giornali in virtù del quale intercettazioni di nessuna rilevanza penale, a volte anche nei confronti di persone non indagate, finivano in prima pagina».

Nessuna limitazione alle prerogative degli inquirenti?

«Il consenso sociale intorno alle intercettazioni si fonda su un patto: gli italiani si privano di parte della riservatezza per consentire importanti indagini, non per confezionare titoli a otto colonne in prima pagina. Noi abbiamo semplicemente detto che potranno essere pubblicate le sole intercettazioni usate nel processo perché sono le uniche rilevanti: basta un uso surrettizio delle intercettazioni per demolire l’onorabilità sociale delle persone».

Qui a Bari il campo largo sta esplodendo: la giunta comunale nasce con una rottura a sinistra. L’alleanza dai grillini ai renziani e ad Azione postulata dalla Schlein come può diventare uno schema di governo?

«E infatti non lo può diventare: dalla guerra alla politica industriale, dalla visione della famiglia alla tassazione, dalla giustizia alle politiche ambientali nulla unisce l’Armata Brancaleone del composito fronte delle opposizioni. Poi mi permetta di aggiungere che siamo al puro dibattito da ombrellone: il campo largo è quella cosa invocata in campagna elettorale che poi si trasforma, sempre ed invariabilmente, in campo santo quando si aprono le urne».

Sotto Ferragosto nel Tacco d’Italia prima di raggiungere la famiglia. Che rapporto ha con la Puglia?

«Coltivo un forte legame con una terra straordinaria, ricca di cultura e identità. Ho molti amici che mi hanno fatto apprezzare non solo e non tanto la costa, quanto l’entroterra con le sue ricche e vivissime tradizioni e le sue eccellenze architettoniche che raccontano la storia della nostra penisola. Da Federico II in avanti continua ad essere la terra dello Stupor mundi».

Ha un libro da consigliare alla sinistra che critica il suo operato pregiudizialmente?

«Le tragedie greche, in genere, da Alcesti alle Trachinie, da Edipo a Colono a Elettra: insegnano a non coltivare odi, a non versare veleno, ad essere fedeli alla grandezza umana, pur nelle avversità. Il pregiudizio, l’odio, il veleno anche quando funzionano inizialmente, non portano bene. E gli italiani lo sanno bene».

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