Si è presentata in chiesa vestita di tutto punto, pronta a celebrare il suo matrimonio. Abito da sposa, acconciatura fatta e automobile con autista che l’ha accompagnata fino all’esterno del sagrato. Era stato chiamato persino il fiorista per addobbare l’altare. Pare ci fosse anche una prenotazione in una sala ricevimenti. Insomma aveva organizzato tutto per celebrare il giorno del suo matrimonio, mancava soltanto lo sposo. Sposo che non è mai esistito. Oltre allo sposo, in realtà, mancavano anche gli invitati.
È una storia singolare, carica di tristezza e solitudine. Per questo non è importante dove sia accaduta, né l’identità o la provenienza della protagonista di questa vicenda. Per garantire il rispetto delle persone coinvolte, non specificheremo i dettagli. Non servono.
Tutto è cominciato qualche tempo fa, quando Esperanza, nome di fantasia, si era presentata nell’ufficio del parroco, chiedendo di istruire la pratica per un matrimonio. Sin dall’inizio non era chiaro se e dove avesse svolto il corso pre-matrimoniale e, alla richiesta di procurarsi e presentare la documentazione necessaria, la donna pare sia stata sempre sfuggente ed evasiva, riuscendo a fornire solo un numero di telefono del presunto sposo. Dopo aver raccolto una serie di elementi e di informazioni, il sacerdote ha accertato che si trovava di fronte a un caso molto delicato.
C’era la sposa, ma evidentemente non lo sposo. O meglio lui esisteva solo nei sogni di lei. Perché l’uomo esiste per davvero, ma ha una sua vita completamente slegata da quella di Esperanza e con questo matrimonio non c’entra nulla. Anzi. Se ne sente vittima: ha persino presentato una formale diffida per il tramite del suo avvocato, per tutelare la propria persona. Della situazione della protagonista di questa storia, invece, sono informate le autorità competenti del Comune dove questi fatti sono accaduti: l’auspicio è che possano prendere in carico la sua delicata situazione.
Esperanza, infatti, ha fatto tutto da sola. Anche se la pratica del matrimonio non è mai stata istruita e non c’erano documenti e neppure le pubblicazioni, lei ha deciso di presentarsi all’altare in ogni caso. Forse nella speranza, appunto, che lui, prima o poi, sarebbe arrivato. Se questo comportamento sia frutto di qualche disturbo, sarà un professionista a chiarirlo.
Quanto male fa un amore non corrisposto? Possiamo solo provare a immaginare, ma probabilmente meno di un amore inesistente. Sembra una storia venuta fuori dalla penna di Mario Desiati, che nel 2008 firma il romanzo «Il paese delle spose infelici», divenuto poi anche un film dell’allora esordiente regista Pippo Mezzapesa. Quella di Desiati è la storia di Annalisa, ninfa bionda e di due ragazzini Veleno e Zazà, in un innocente triangolo fra i tre personaggi che si costruisce per piccoli sguardi, brevi squarci di esistenza legati dal filo dei sentimenti e dei ricordi dell’adolescenza. La storia di Esperanza, invece, sembra il racconto di un sogno. E di tanta solitudine.