Maria Incoronata Ramella avrebbe compiuto 25 anni dopo qualche giorno. Incoronata Sollazzo ne aveva 35. Viaggiavano quel giorno su un vecchio furgone sgangherato, messo a disposizione dal caporale di turno per portarle nei campi a lavorare assieme ad altri braccianti. Era il 24 aprile 1998: l’incidente mortale si consumò a pochi chilometri da Cerignola. Sono passati 26 anni e l’incidente costato la vita alle due giovani donne rimane una delle prime e più tragiche testimonianze delle condizioni dei braccianti agricoli pugliesi. Da quel momento, tante altre vittime hanno perso la vita mentre, per paghe sottodimensionate, andavano o tornavano dalla fatica dei campi.
La storia emblematica di Maria Incoronata Ramella e Incoronata Sollazzo ha ispirato uno studente del liceo scientifico «Filolao» di Crotone per la stesura di un compito, nell’ambito di un progetto di sensibilizzazione, come segnala il Coordinamento nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) che rilancia in queste ore la vicenda delle due braccianti foggiane.
Qui di seguito la ricostruzione della vicenda nell’elaborato dello studente calabrese. «Da pochi giorni lavoravano presso un’azienda conserviera nella provincia di Bari. Dopo una giornata di lavoro stavano facendo ritorno a casa su un furgone Fiat Ducato, omologato per dieci persone che, purtroppo, però ne trasportava 17 tra uomini e donne. Durante il viaggio, a causa dello scoppio dello pneumatico posteriore destro, il furgone finì fuori strada, così, le due giovani donne persero la vita e lasciarono per sempre le loro famiglie. La malavita uccide in tanti modi e illude spesso le persone disperate facendo credere loro di aiutarle offrendo un lavoro che in realtà è sfruttamento e può condurre alla morte».
Secondo Romano Pesavento, presidente del CNDDU, «anche oggi, secondo gli ultimi rapporti di ricerca, dilaga tale fenomeno nei settori tradizionali, 450mila casi accertati nel solo ambito agricolo per Eurispes, e nell’ambito dei nuovi settori della gig Economy, compromettendo i diritti più elementari dell’uomo. Occorre riflettere e sensibilizzare i giovani su tale problematica perché le lancette dell’orologio non possono essere portate indietro».
Per sensibilizzare le giovani generazioni al tema dello sfruttamento dei lavoratori, il Coordinamento invita e studenti e docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al Coordinamento dei docenti che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com).