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Secondo l'Istat i lavoratori pugliesi sono i più infelici d'Italia

Secondo l'Istat i lavoratori pugliesi sono i più infelici d'Italia

 
Redazione online

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Blue Monday: 20 gennaio, il giorno più triste dell'anno

È quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat pubblicato il 17 aprile, intitolato ‘Bes’ (benessere, equo e sostenibile). Gli italiani? I più tristi d'Europa

Sabato 20 Aprile 2024, 19:55

20:03

BARI - Il sole, il mare, il vento e il buon cibo non bastano: al Sud e in particolare in Puglia ci sono i lavoratori più tristi e infelici d'Italia. A confermarlo è l'Istat che secondo il report “Bes”, nell'ambito economico e quindi guardando alla soddisfazione individuale dei pugliesi, è soddisfatto appena il 2,6% dei residenti nelle due regioni.

I pugliesi sono tra i più infelici d’Italia sotto vari aspetti, sia economici che sociali: i cittadini dicono di essere poco o molto poco contenti delle proprie condizioni e rappresentano il 13,3 per cento del totale.

Il report dell'Istat raffigura un quadro critico per tutta l'Italia dove c’è meno benessere rispetto alla media dell’Unione Europea e in Puglia ce n’è meno rispetto alla media nazionale. Una situazione che peggiora soprattutto riguardo ad alcuni indicatori legati a istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, aspettativa di vita e salute. 

Un po’ come in tutto il Sud, da cui non si possono escludere la Basilicata, la Calabria e la Campania. «Le misure del Bes ci mostrano come i divari territoriali, molti dei quali di lungo periodo, siano aumentati, e, a mano a mano che ci si sposta dal Nord verso il Sud e le Isole, prevalgano indicatori con segno negativo rispetto al periodo precedente», si legge nell’introduzione del rapporto dell’Istat. 

Se per il Nord-est il 60,5% degli indicatori ricade nei gruppi di livello di Benessere medio-alto e alto e solo il 10,1% nei gruppi di livello di Benessere basso e medio-basso, per il Sud e le Isole la situazione si inverte, con la maggior parte degli indicatori che si trova nei livelli basso e medio-basso (62,0% per il Sud e 58,1% per le Isole)».

Se ci focalizziamo invece solo sulla Puglia il livello di benessere è alto soltanto in 6 indicatori su 132 totali, e il livello è basso o medio-basso in 64 indicatori. 

Le ultime tre regioni per grado di soddisfazione dell’esistenza in Italia sono Puglia, Abruzzo e Campania. 

Il rapporto dell’Istat evidenzia come aumentino, un po’ in tutto il Mezzogiorno, i giovani che non lavorano e non studiano. E di come le disparità economiche siano tutt’altro che appianate. Il contesto socio-economico, è evidente, porta poi a essere meno soddisfatti della vita. Il non riuscire a gestire il lavoro, l’insicurezza, la precarietà, aumentano anche i contrasti in famiglia e tra gli amici. 

Una situazione che intacca anche la sfera sociale quindi: al Sud il livello di soddisfazione per le relazioni familiari è molto basso. I più contenti di come sia la propria famiglia sono - ancora una volta - gli abitanti del Trentino, seguiti dagli umbri e dai residenti in Lombardia. Quelli che invece più spesso hanno problemi in famiglia - e che a precisa domanda non si ritengono molto soddisfatti - sono pugliesi, campani e lucani. In Puglia tre persone su quattro non sono felici di come vadano le cose nella propria famiglia e del rapporto che hanno con gli altri componenti.

Male anche la situazione legata alle amicizie: in questa graduatoria elaborata dall'Istat la Puglia indossa la maglia nera e si piazza all’ultimo posto delle regioni italiane. Solo 15 residenti su 100 dicono di essere contenti delle relazioni con i propri amici. 

E in quattro su dieci, qui, non sono contenti neppure di come utilizzano il proprio tempo libero (solo in Sardegna e Sicilia va peggio). Per altro il gradimento per ciò che si riesce a fare quando si è liberi da impegni, subisce un crollo da record: -5,5% rispetto al pre-pandemia. 

Una situazione problematica che contrasta con il messaggio di serenità e felicità che di solito il calore del Sud sa trasmettere.

I DATI A LIVELLO NAZIONALE

Sono poco meno della metà (46,6%) gli italiani che dichiarano una "elevata soddisfazione per la vita". Sono i dati del report dell'Istat, che segnala come nel 2023 la quota di persone soddisfatte, che nel 2022 era cresciuta soprattutto tra i giovanissimi, aumenta anche tra i 25-34enni (48,6%, +3,5 punti rispetto al 2022).

Stabile e su livelli elevati la soddisfazione espressa dal complesso della popolazione. Si conferma una ripresa generalizzata della soddisfazione per il tempo libero e per le relazioni amicali soprattutto tra le persone di 60-64 anni. Segnali positivi per la soddisfazione economica personale (manifestata da una quota del 59,4%, +2,4 punti percentuali) e per quella lavorativa (80,0% tra gli occupati, +2,1 punti percentuali).

L'indagine Aspetti della Vita Quotidiana rileva la soddisfazione per le condizioni di vita dei cittadini attraverso una pluralità di indicatori. La soddisfazione per la vita nel suo complesso, ricorda l'Istat, "è uno degli indicatori utilizzati per la valutazione del benessere soggettivo degli individui. Essa misura quanto gli individui sentano di vivere una vita conforme alle aspettative al di là delle contingenze momentanee".

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