Sabato 06 Settembre 2025 | 11:15

Chat con Pisicchio prima dell’arresto, Emiliano ai suoi: se la Procura mi chiama dirò chi mi ha informato

 
Giovanni Longo e Massimiliano Scagliarini

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Giovanni Longo e Massimiliano Scagliarini

Chat con Pisicchio prima dell’arresto, Emiliano ai suoi: chiarirò tutto

I messaggi in cui il 10 aprile avvertì l’ex assessore: «Sei sotto indagine, dimettiti o ti caccio». Nella conversazione si fa riferimento a una terza persona. La versione del governatore: chiarirò tutto

Sabato 20 Aprile 2024, 05:10

15:31

BARI - Chi informò Michele Emiliano che l’inchiesta su Alfonsino Pisicchio, aperta nel 2019 e dimenticata, «stava riprendendo vigore» tanto da spingere il governatore a chiedere le dimissioni del suo ex assessore da commissario dell’agenzia regionale Arti? Una mossa talmente avventata da spingere la Procura di Bari ad anticipare alla serata del 10 aprile l’arresto di Pisicchio, concesso dal gip 48 ore prima e programmato per l’esecuzione soltanto il lunedì successivo. La chat su Whatsapp con Emiliano, che Pisicchio ha letto lunedì scorso durante l’interrogatorio di garanzia e di cui la «Gazzetta» ha riassunto ieri il senso, ha trasformato la faccenda in un pasticcio: oltre ai risvolti giudiziari, ci sono le implicazioni politiche.

La Procura di Bari ha disposto accertamenti già dal giorno successivo all’arresto di Alfonsino Pisicchio e del fratello Enzo, acquisendo tra l’altro la delibera con cui la giunta regionale ha revocato l’incarico dell’ex assessore alle 14 del giorno in cui, poi, ne è stato eseguito l’arresto per corruzione e turbativa d’asta. Ieri Emiliano, pur consultato, non ha voluto fornire alcun chiarimento, né tantomeno rispondere al quesito intorno a cui ruota tutto: chi gli disse che l’indagine giudiziaria su Pisicchio, ritenuta «archiviata» tanto da indurre la giunta a nominarlo commissario dell’Arti nel dicembre 2023, era in realtà ancora aperta?

Fonti vicine a Emiliano dicono che il presidente non ha ricevuto alcun atto che possa far presagire il suo coinvolgimento nell’indagine. E non escludono che il governatore possa, nei prossimi giorni, chiedere di essere sentito dalla Procura per esporre la propria versione dei fatti.

Una lettura «alternativa» di quella chat su Whatsapp con Pisicchio (nella quale Emiliano attribuirebbe a «fonti romane» la sua conoscenza del riavvio dell’inchiesta), perché nei messaggi si farebbe riferimento anche a una terza persona. Ovvero la possibile fonte dell’informazione sull’inchiesta su Pisicchio che «ha ripreso vigore».
È per questo che, con chi gli sta intorno, Emiliano ha parlato di questa storia già negli scorsi giorni. Spiegando che quella di discutere con Pisicchio attraverso Whatsapp è stata una scelta ponderata, fatta per lasciare una traccia. Se dovessero chiedergli spiegazioni - è insomma il concetto - Emiliano dirà ai magistrati qual è la fonte dell’informazione sul fatto che le indagini avevano «ripreso vigore».

Che nei confronti dell’assessore all’Urbanistica ci fosse un’indagine era noto: la notizia della perquisizione nell’estate 2020 era su tutti i giornali. Pisicchio si era ricandidato alla Regione nell’ottobre 2020, e non era stato rieletto perché la sua Senso civico non aveva superato lo sbarramento del 4%. Tuttavia Alfonsino aveva chiesto a Emiliano un «riconoscimento politico» per i voti portati alla coalizione, nella stessa misura in cui il governatore lo aveva concesso (con nomine e incarichi) ad altri candidati non eletti. Pisicchio era stato l’ultimo, nel dicembre 2023, ad ottenere un incarico. E lo aveva avuto proprio perché, tramite il suo avvocato dell’epoca, Michele Laforgia, aveva fornito rassicurazioni sul fatto che l’inchiesta giudiziaria a suo carico poteva essere considerata archiviata. Gli avvenimenti della scorsa settimana dimostrano che non era così. Emiliano avrebbe spiegato a chi gli sta vicino che, in sostanza, c’erano voci insistenti su altri imminenti arresti dopo quelli dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e di Sandrino Cataldo. E che proprio per questo si sarebbe determinato a interessarsi delle vicende giudiziarie di Pisicchio, consultando lui e il suo avvocato.

È una versione che non cozza con le dichiarazioni ufficiali fatte da Emiliano all’indomani dell’arresto di Pisicchio. «La nomina - era scritto in una nota - è stata effettuata sulla base del fatto che il prof. Pisicchio aveva dato assicurazioni che le indagini a suo carico erano state chiuse con archiviazione. Nel momento in cui è stato richiesto allo stesso prof. Pisicchio di dare riscontro fattuale a queste sue assicurazioni, alla luce delle verifiche a 360 gradi che l’amministrazione regionale sta effettuando su tutte le eventuali situazioni giudiziariamente rilevanti, lo stesso non è stato in grado di dare tali riscontri. Per questa ragione in data di ieri (cioè il 10 aprile, ndr) ho proposto alla Giunta di sostituirlo con un dirigente della Regione».

Il giorno dell’arresto, alle otto della sera, i finanzieri hanno sequestrato il telefono di Alfonsino Pisicchio e quello del fratello Enzo (che avrebbe tentato di cancellare qualcosa). La conversazione che l’ex assessore ha letto senza depositarla durante l’interrogatorio (in cui è stato assistito dall’avvocato Salvatore D’Aluiso) proviene dal cellulare della moglie, cui lo stesso Pisicchio l’ha girata quella stessa mattina prima di chiamarla per discuterne. La Procura attende ora di rileggere i messaggi, estraendoli direttamente dalla memoria del cellulare sequestrato su cui è in corso una perizia.

Le accuse nei confronti di Pisicchio, emerse dalle indagini della Finanza, sono state condensate in una richiesta di arresti che il pm Claudio Pinto (con l’allora aggiunto Alessio Coccioli) ha approntato nel gennaio 2023. Il gip Casu ha depositato il suo provvedimento di custodia cautelare l’8 aprile, dopo che - nel febbraio scorso - il pm aveva fornito anche un aggiornamento sulle esigenze di custodia cautelare predisposto dalla Finanza: questo proprio perché i fatti cui si fa riferimento risalgono addirittura al 2020, e dunque andavano (come si dice in gergo tecnico) «attualizzati». Anche questo particolare, a quanto sembra dal tono dei messaggi letti da Pisicchio durante l’interrogatorio, era noto a chi aveva informato Emiliano.

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