BARI - Stavolta non ha potuto difenderla come ha fatto, il mese scorso, quando è emerso che era indagata per voto di scambio politico-mafioso nell’inchiesta Codice interno. Troppo evidente l’impatto mediatico della perquisizione disposta dalla Procura di Bari con l’accusa di corruzione elettorale nell’inchiesta che ha portato ai domiciliari suo marito Sandro Cataldo. Per questo il governatore Michele Emiliano ha chiesto e ottenuto le dimissioni di Anita Maurodinoia dalla giunta regionale, dove la consigliera di Triggiano è stata chiamata nel 2020 sotto l’egida del Pd in cui era risultata la prima degli eletti della provincia di Bari grazie a oltre 16mila voti. E Anita Maurodinoia ha rassegnato le proprie dimissioni anche dagli organismi del Partito Democratico. Lo comunica il PD pugliese.
La telefonata è arrivata alle prime ore del mattino quando Emiliano, appreso dai giornali delle perquisizioni, si è mosso per chiedere che Maurodinoia lasciasse l’incarico in giunta. E adesso molto probabilmente lady preferenze dovrà dimettersi anche dal Pd. A marzo, quando è emerso che l’indagine della Dda riguardava pure Maurodinoia, la segretaria nazionale Elly Schlein aveva fatto sapere alla segreteria regionale pugliese che chi compra voti non è bene accetto nel Pd. E infatti stamattina si è mosso anche il segretario regionale, Domenico De Santis: Maurodinoia si è dimessa anche dal Partito democratico, resterà in Consiglio regionale come indipendente.