Non c’è soltanto il «credit gender gap», c’è anche la difficoltà per alcune donne di stipulare un mutuo o un'assicurazione o accedere a un prestito solo perché affette da tumore e perché ex malate oncologiche. Ci sono banche, infatti, che hanno negato ad alcune clienti il mutuo perché la loro patologia da malata oncologica rappresenterebbe un fattore di rischio per un prestito specie se a lungo termine.
«Purtroppo è così - spiega l’avvocato Marisa Cataldo, presidente della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Bari e coordinatrice per la Puglia dell'Associazione nazionale per l'arbitrato e la conciliazione (Anpar). È risaputo come il big killer numero uno è il cancro al seno. Sono migliaia le donne affette da questo tumore ma, nell’accesso al credito, la loro patologia si ripercuote anche nella loro posizione di utenti bancari».
Una diagnosi di tumore, insomma, può rappresentare un duro colpo anche per il bilancio domestico gravando pesantemente sulla capacità di guadagno di chi si ammala e deve, spesso per mesi, investire tempo e risorse psico-fisiche nelle cure. Ma cosa accade se un paziente oncologico vuole accedere a mutui, finanziamenti o assicurazioni?
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