Altro che «Mare fuori». I problemi del pianeta carcerario sono all’interno degli istituti penali italiani, pugliesi e lucani in particolare. Un «mare» di problemi che si chiamano strutture poco capienti, suicidi sempre più frequenti, sovraffollamento e carenza di personale, da anni denunciati ma, nonostante tutto, tuttora irrisolti.
Ne è consapevole anche il neo Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Felice Maurizio D’Ettore che presiede il relativo collegio composto anche da Irma Conti e Mario Serio.
«A livello nazionale abbiamo avviato sin dal mio insediamento un’attività conoscitiva nelle varie realtà carcerarie. Stiamo raccogliendo informazioni e stiamo appurando tutte le eventuali criticità», ha dichiarato nei giorni scorsi il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
«Ci stiamo concentrando sulla risposta sanitaria farmacologica che esiste nelle varie strutture. Questo è il momento in cui lo Stato reagisce unitariamente e il nostro compito è quello di sollecitare le risposte».
Come detto la Puglia è la prima regione per sovraffollamento. I dati, forniti dall’Unità organizzativa «Privazione della libertà in ambito penale» dell’Ufficio del garante, sono allarmanti.
Negli 11 istituti penali pugliesi (la Casa di reclusione di Turi, l’Istituto penale maschile e femminile di Trani, la Casa circondariale «Carmelo Magli» di Taranto, le Case circondariali di San Severo, Lucera, di Lecce, di Foggia, di Brindisi, la «Francesco Rucci» di Bari e la casa di reclusione a custodia attenuata di Altamura), infatti, a fronte di una capienza regolamentare di 2.910 detenuti, ne sono presenti 4.425 con un tasso di affollamento medio del 165%.
Nelle singole realtà carcerarie provinciali, invece, a Foggia si registra un indice di sovraffollamento più alto (197%) con 682 detenuti presenti rispetto alla capienza di 364. È messo male anche il carcere di Brindisi (187%) con 223 detenuti presenti e Taranto (quasi 184%) con 896 reclusi rispetto alla capienza di 500.
«Analizzando i dati forniti dall’Ufficio del Garante - commenta la presidente di Antigone Puglia, Maria Pia Scarciglia - il quadro che emerge rispetto al problema della detenzione porta purtroppo la nostra Regione ad essere tra le più sovraffollate d’Italia. A questo si aggiunge tutta una serie di problemi strutturali dei quali soffrono le galere italiane e pugliesi: l’aumento di detenuti vulnerabili, tossicodipendenti, senza fissa dimora, persone fragili che già fuori dal carcere non avevano una rete sociale e un supporto e che in carcere acutizzano i loro problemi, diventando detenuti con disagio psicologico e psichiatrico. Questo crea un quadro allarmante e una bomba pronta a esplodere in qualsiasi momento».
Il sovraffollamento d’altra parte non toglie solo spazi vitali, ma anche possibilità di lavoro e di svolgere attività che spezzino la monotonia della vita penitenziaria. Quella monotonia che porta all’emergere di situazioni di forte depressione, alla base di un aumento di suicidi e atti di autolesionismo.
In Italia dal 2023 sino allo scorso mese di febbraio sono stati registrati 88 suicidi dietro le sbarre, in Puglia sono stati 7 (3 nella casa circondariale di Taranto, uno a Trani, uno a Lucera, uno a Foggia e uno a Lecce).
«Abbiamo registrato a livello nazionale anche 212 tentativi di suicidio, molti dei quali sventati dalla Polizia penitenziaria e dagli operatori delle strutture carcerarie. Ci sono anche atti di autolesionismo e aggressioni alla Polizia penitenziaria. È una situazione - ha anche detto il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Felice Maurizio D’Ettore - che richiede una risposta da parte dello Stato e tutte le componenti dello Stato si stanno attivando. Il Governo, per esempio, ha già stanziato fondi per il potenziamento della Polizia penitenziaria e della parte muraria delle strutture carcerarie».