BARI - La Puglia è l’unica Regione del Sud a garantire i Livelli essenziali di assistenza anche con l’applicazione dei nuovi criteri per valutare le cure. Lo dicono i dati preliminari del ministero della Salute diffusi ieri in una audizione in Senato e raccolti da Quotidianosanità: la Puglia è l’unica che, nel Mezzogiorno, ha raggiunto il punteggio minimo nelle tre macroaree (prevenzione, distrettuale, ospedaliera) prese in esame per il 2022 con il debutto ufficiale del cosiddetto «nuovo sistema di garanzia».
La differenza con la vecchia griglia Lea è che adesso i 22 indicatori principali (cosiddetti «core») vengono raggruppati per dare un punteggio all’assistenza distrettuale (le strutture del territorio), agli ospedali e alla prevenzione (gli screening): il punteggio minimo per la sufficienza è di 60 su 100. La Puglia ha maturato 79,68 punti per l’assistenza ospedaliera, 76,43 per gli screening e 70,73 per il territorio, punteggi passibili di aggiornamento per la mancata valutazione (a livello nazionale) di due indicatori relativi alla prevenzione. La Basilicata risulta invece sufficiente sugli screening (70,11) ma non sul territorio (33,03). Il punteggio relativo agli ospedali non è invece stato ancora calcolato. Ai primi posti ci sono il Veneto, Emilia-Romagna e Toscana davanti a Lombardia e Trento.
La Puglia è sempre risultata «adempiente» ai Livelli essenziali di assistenza (con la vecchia griglia) dal 2019 al 2021. È interessante notare che la Regione resta in zona verde anche con il ricalcolo dei punteggi in applicazione del nuovo sistema (che doveva partire nel 2019, ma è stato rinviato per via del Covid). Ciò che emerge, in particolare, è l’incremento del punteggio assegnato agli ospedali pugliesi, che in un anno salgono di cinque punti e che per il 2022 hanno superato anche il Lazio (79,48) e la Liguria (76,67). Le altre Regioni del Sud hanno tutte conquistato la sufficienza sull’assistenza ospedaliera: la migliore è la Sicilia (79,23), staccate Campania (67,97) e Calabria (62,65).