BARI - Non solo gli agricoltori, anche i pescatori pugliesi oggi saranno a Roma per protestare contro le politiche del Governo e dell’Unione Europea. «Si sta soffocando la marineria italiana – spiegano in una nota congiunta diverse cooperative di pesca e le unioni di base –. La problematica è molto simile a quelle dell’agricoltura perché, ad esempio, così come c’è l’importazione selvaggia dei prodotti agricoli, la stessa cosa avviene col pesce. Andremo a Roma a chiedere misure contro il caro gasolio e tante altre problematiche. Noi lamentiamo questi problemi da 10 anni, bisogna aprire subito un tavolo tecnico, la politica deve lavorare con noi».
Molte marinerie raggiungeranno la capitale con proprie delegazioni. Altre, come quelle del Barese, da Mola di Bari a Molfetta, Monopoli, manifesteranno nei propri porti dove i pescatori si sono autoconvocati per sit in e assemblee. I pescatori contestano le nuove norme comunitarie, varate a fine 2023, contro la pesca eccessiva, che impongono l’adozione del registro elettronico delle catture e sistemi di monitoraggio satellitare per i pescherecci più grandi e misure di controllo anche per la pesca ricreativa e migliore tracciabilità dei prodotti ittici.
Sono alcune delle nuove regole per i controlli tecnici sulla pesca, che il Consiglio Ue ha approvato con il voto contrario dell’Italia e della Finlandia, e l’astensione di Lettonia e Portogallo. Dopo l’approvazione finale dell’Europarlamento, nei prossimi giorni le nuove norme entreranno in vigore in modo graduale, per consentire alle autorità marittime, agli operatori e ai pescatori il tempo necessario per adattarsi ai nuovi requisiti. Il regolamento adottato garantirà infatti «che il regime di controllo della pesca rimanga aggiornato rispetto agli ultimi sviluppi tecnologici, in modo da poter prevenire efficacemente la pesca intensiva». Questo, secondo il legislatore, andrebbe a beneficio dell’ambiente, delle comunità di pescatori e contribuirebbe a garantire la sostenibilità sociale ed economica del settore. Nel caso dei pescherecci di stazza inferiore possono essere concesse esenzioni fino al 31 dicembre 2029. Mentre i pescherecci di maggiori dimensioni saranno usati strumenti per il monitoraggio elettronico a distanza per garantire che le catture indesiderate non vengano rigettate in mare in violazione dell’«obbligo di sbarco», bensì siano portate a terra.
Secondo le marinerie l’introduzione del registro elettronico delle catture e dei sistemi di monitoraggio satellitare per i pescherecci, imporrebbe forti limitazioni al settore con conseguenti gravi danni economici e sociali per l’intero settore. Favorendo così l’arrivo di pesce da altri mari, magari pescato da imbarcazioni che non devono sottostare ad alcun divieto. Per le Cooperative della pesca, «l’Europa ha sancito che la pesca non può essere gestita puntando sulla sensibilità e responsabilità dei pescatori professionali, ma solo considerandoli presunti colpevoli».