In Puglia scarseggia l’offerta di biblioteche, ma i pugliesi hanno una gran voglia di libri. Questa, in sintesi estrema, la «fotografia» scattata dall’Istat nell’ambito della «Indagine sui musei e le istituzioni similari», realizzata assieme al Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, alle Regioni e alle Provincie Autonome.
I dati, pubblicati il 31 gennaio e relativi al 2022, indicano come, per grado di offerta bibliotecaria pubblica per abitante la Puglia è terzultima tra le regioni (0,4), dopo Sicilia e Lazio (regione che però sconta in questo piazzamento medio l’enorme quantità di popolazione residente). La Puglia è qui a pari de-merito con la Campania (che però conta quasi due milioni di abitanti in più). Il piazzamento regionale si colloca al di sotto del livello nazionale (0,9) e anche di quello del Mezzogiorno (0,6). Per intenderci, in Basilicata l’offerta è più del doppio di quella pugliese (1,2).
Anche l’offerta di biblioteche pubbliche degli enti locali non è brillante: la Puglia è penultima con un indice di 0,4 per 10 mila abitanti, con Lazio e Sicilia a pari merito in ultima posizione (0,2). Un livello ben al di sotto di quello nazionale (0,8) e meridionale (0,6).
Poi ci sono le biblioteche private, ma le cose non vanno meglio. Insomma, per farla breve, anche considerando tutti i tipi di biblioteche (incluse quelle private), la Puglia è penultima (0,6) tra le regioni italiane, riuscendo a far peggio della Basilicata (1,6) e pure della Calabria (1,0).
Il grado di accesso in biblioteca, però, indica un dato pugliese quasi in linea con quello nazionale: 349,6 il primo, 407,2 il secondo. Seppur molto inferiore a quello lucano (688,3), il dato esplicita la «voglia di libri» cui, per semplificare, si faceva riferimento. In realtà, come spiega Domenica Di Cosmo, presidente e tesoriera Aib-Associazione Italiana Biblioteche Puglia, nelle biblioteche c’è molto più oltre i classici tomi, giacché si spazia, «dai cd ai film ai supporti informatici. In biblioteca ci sono anche altre attività svolte dai bibliotecari, che si occupano di lettura ad alta voce, aiuto per chi fa ricerca e altro. Per esempio - continua - io sono bibliotecaria in Teca del Mediterraneo (la biblioteca del Consiglio regionale pugliese; ndr) e noi svolgiamo corsi di formazione agli utenti per aiutarli a condurre una ricerca che porti ai risultati migliori, spieghiamo come citare un libro o un documento nella bibliografia, nelle note, spieghiamo come usare una banca dati». Una realtà che, in effetti, anche Istat evidenzia, con la Puglia che si piazza oltre la media nazionale per capacità di offrire servizi bibliotecari.
«In Puglia però - dice Di Cosmo - è veramente poco il personale perché per un lungo periodo non sono stati banditi i concorsi e perché il personale deve essere formato». Ma è ottimista rispetto all’offerta: con l’avviso pubblico Community Library POR Puglia 2014-2020 – Interventi per la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale, la Regione ha investito qualcosa come 100 milioni di euro per ristrutturare biblioteche e biblioteche di comunità. Quindi, probabilmente, dall’anno prossimo anche Istat dovrebbe rilevare dati migliori e magari con più bibliotecari. Anche perché - rimarca Di Cosmo - il loro servizio alla comunità è più necessario che mai, «permettono di ottenere risposte verificate, controllate, sicure, non fake news. Anche fare un ricerca in Internet vuol dire saperla fare, vuol dire formulare una domanda chiara e valutare le risposte che ci vengono date dai motori di ricerca, perché non tutte le risposte sono certificate, corrette. La biblioteca, attraverso i bibliotecari, permette di fare una ricerca attraverso fonti certe e poter avere risposte che siano valide e validate. Anche una ricerca in Internet, fatta in biblioteca, con l’aiuto di persone competenti, consente di restituire notizie certe e non false, inventate o manipolate».
«Sono sempre più convinto dell’attualità della biblioteca - afferma Marco Giacomo Bascapè, Soprintendente archivistico e bibliografico della Puglia - Il web è stato per certi versi anche una grande ubriacatura e credo che ora possa, per così dire, aumentare il grado alcolico con l’Intelligenza artificiale. La missione delle biblioteche, come degli archivi, è quella di permettere sempre una conoscenza non superficiale, basata sulla possibilità di accesso alle fonti serie, su un discernimento fra fonti vere, fondate, rispetto a fonti fake. E questo mi pare molto importante, assieme alla costruzione di una coscienza critica che è un’altra funzione della biblioteca e dell’archivio. Non è un caso che tutti i regimi dittatoriali, chi non vuole libertà di coscienza, brucia i libri».