Sabato 06 Settembre 2025 | 23:18

Liste di attesa in Puglia, ecco la nuova ricetta: «È vietato chiudere le agende»

 
Massimiliano Scagliarini

Reporter:

Massimiliano Scagliarini

Liste di attesa in Puglia, ecco la nuova ricetta: «È vietato chiudere le agende»

Nasce il Cup regionale, via ai controlli sull’attività intra-moeniaPalese: «Cambia il meccanismo, così emergeranno le distorsioni»

Martedì 14 Novembre 2023, 06:17

BARI - L’istituzione del Cup unico regionale, e di liste riservate per garantire le prestazioni ai malati oncologici e agli altri soggetti fragili. Il divieto assoluto di chiudere le agende di prenotazioni. Un giro di vite sull’attività intra-moenia, con sistemi di monitoraggio capaci di rilevare eventuali abusi. La delibera con cui ieri la giunta regionale ha disposto l’aggiornamento del Piano contro le liste d’attesa servirà, almeno sulla carta, a stabilire responsabilità precise: perché adesso, in materia di gestione delle agende, cominceranno a rispondere anche direttori sanitari e dirigenti di distretto.

Le novità contenute nel provvedimento richiederanno adeguamenti al sistema informatico Edotto, che dovrà superare l’attuale distinzione su base provinciale. Ma anche - ad esempio - segnalare a chi di dovere i casi in cui le agende di prenotazione vengono chiuse, e prevedere le cosiddette pre-liste collegate ai percorsi di tutela dei pazienti fragili. «Partiremo immediatamente - garantisce l’assessore alla Salute, Rocco Palese - con un modello che ci servirà non solo di avere un controllo immediato, ma anche di capire in modo mirato cosa accade. Grazie al lavoro del Dipartimento abbiamo rispettato gli impegni presi su questo tema con i gruppi di maggioranza e le commissioni». Le agende dovranno tutte essere gestite attraverso i Cup, eliminando quelle di reparto che consentono poi di giostrare (i posti garantiti per gli amici): a vigilare in questo caso dovranno essere direttamente i direttori generali, aiutati dal cruscotto unico regionale. I responsabili aziendali delle liste d’attesa, finora veri e propri capri espiatori delle inefficienze altrui, faranno parte di comitati di vigilanza e sorveglianza da istituire entro 30 giorni.

Si tratta in realtà di applicare norme già esistenti (il divieto di chiudere le agende esiste dal 2005), come nel caso dell’attività intra-moenia. La Regione ha da poco finito di raccogliere i dati di monitoraggio, e per la prima volta ha dato esplicite indicazioni alle Asl di assicurare «il rispetto delle disposizioni vigenti» sia sulle autorizzazioni, sia sulle verifiche circa il rispetto dei limiti alle visite private: questo per evitare i «comportamenti opportunistici». Se i tempi di attesa per una data prestazione sono eccessivi - scrive la Regione - «le aziende devono attuare una strategia di progressivo contenimento delle prestazioni libero professionali relative a quella specialità, a favore di una maggiore erogazione di prestazioni istituzionali.

Ieri intanto in commissione Salute si è parlato della istituzione della Azienda zero, cioè della Asl che dovrebbe occuparsi di appalti e concorsi. Il capo Dipartimento, Vito Montanaro, ha garantito che si andrà avanti, ma i tempi non saranno brevi. Le due proposte (quella di Amati e quella di Ventola) hanno entrambe pregi e difetti: la giunta sembra preferire quella del centrodestra, ma lo scoglio sono i costi. La Regione sta infatti già trattando con il ministero della Salute per l’istituzione delle nuove aziende ospedaliere di Lecce e Taranto (i policlinici collegati con le Facoltà di Medicina) che già porterebbero a 12 il numero delle aziende sanitarie: la Azienda Zero sarebbe la tredicesima. Per superare questo ostacolo servirebbero accorpamenti che in questo momento appaiono impraticabili, anche a livello politico. L’idea di «riciclare» l’Aress è ritenuta interessante ma impraticabile, perché tecnicamente si tratta di una agenzia e non di una Asl vera e propria, e dunque non avrebbe il peso tecnico necessario a occuparsi di assunzioni e appalti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)