BARI - Sono 230 i posti ancora liberi nelle scuole di specializzazione di Bari e Foggia, il 32% dei 716 messi a bando nel concorso 2023. Quasi un contratto su tre è dunque rimasto vacante, con 13 specialità (due a Bari) che non hanno ottenuto nemmeno una iscrizione. Il dato emerge dalla elaborazione effettuata da Als (Associazione liberi specializzandi) e Anaao Giovani sulle immatricolazioni registrate al 18 ottobre. Un trend che si allinea al dato nazionale: se il ministero dell’Università non interverrà - dicono gli specializzandi - il sistema sanitario andrà incontro a un flop senza precedenti.
Mentre la politica si concentra sull’accesso a Medicina, i numeri delle Scuole confermano che il vulnus è nelle specializzazioni: «Questa situazione - dicono i giovani medici - è l’effetto di un aumento indiscriminato di tutte le tipologie di contratti sulla base di un algoritmo inefficiente, senza idonea programmazione e senza una riforma della formazione medica». Detto in altri termini: l’offerta (di posti) non incrocia la domanda, anche perché alcune sedi (tra cui c’è proprio Foggia) sono ritenute assolutamente poco attrattive.
E del resto il dato pugliese può essere spacchettato. A Bari sono rimasti «scoperti» soltanto 102 posti su 458, circa il 25%. Rimangono vuote tutte le 12 borse Scuole di medicina di comunità e delle cure primarie (che a livello nazionale spicca per il 92% di non immatricolati: semplicemente, non attira interesse) e i due posti nella nuova scuola di Statistica sanitaria, ma anche 22 dei 27 posti di Medicina d’emergenza, sette dei 15 di Chirurgia, quattro dei 16 di Geriatria. Registrano «tutto esaurito» invece Cardiochirurgia, Chirurgia plastica (non assegnato il contratto aggiuntivo regionale), Vascolare, Dermatologia, Endocrinologia, Genetica medica, Igiene, Ginecologia, Malattie respiratorie, Medicina del lavoro, Medicina dello sport, Otorino, Pediatria, Radiodiagnostica. Non tira Anestesia e rianimazione, che a livello nazionale vede coperto solo un posto su due: ma a Bari i posti liberi sono «solo» 16 su 36.
A Foggia invece la situazione è più critica, e si spiega quasi certamente con la bassa attrattività del capoluogo dauno come sede universitaria. I posti vuoti sono infatti quasi la metà, vale a dire 128 su 258, e non hanno immatricolati le scuole di Anatomia patologica, Rianimazione, Chirurgia, Genetica, Malattie infettive, Medicina d’urgenza, Cure palliative, Microbiologia, Patologia clinica e Radioterapia.
Dopo l’emergenza covid lo Stato e le Regioni hanno rinforzato il sistema delle specializzazioni con investimenti aggiuntivi che hanno quasi portato al raddoppio dei posti di sponibili: quest’anno sono saliti a 16.165 contro i 14.379 del 2022. Il nodo però è «come» sono state ripartite le risorse tra le varie scuole, visto che - ormai è chiaro - l’attuale sistema non funziona. Nel 2019 gli aspiranti iscritti al concorso erano il doppio dei posti disponibili, quest’anno il numero di iscritti era praticamente pari alle borse. Ma nel settore più critico, quello dei medici specialisti di Pronto soccorso, secondo Als-Anaao in due anni è stato assegnato solo il 31% dei contratti disponibili. Perché? Perché con questo sistema la Medicina di emergenza è poco attrattiva. Gli specializzandi finiscono infatti a essere spremuti nei turni ordinari a fronte di un compenso da fame, mentre invece chi è chiamato a fare gli straordinari in reparto (spesso «a gettone») ottiene fino a 600 euro per turno aggiuntivo. Ecco perché gli specializzandi chiedono che si passi dall’attuale borsa (che prevede un compenso di 25mila euro annui) a un contratto di formazione lavoro in qualche modo parametrato a quello dei medici strutturati.
Il problema è collegato con il caso barese delle multe dell’Ispettorato del lavoro a tre primari del Policlinico, che durante il covid non hanno fatto rispettare i limiti di legge su riposi e turni festivi. Dopo l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, domenica il ministro Calderone ha annunciato che le sanzioni sono state sospese. Ma a ieri il Policlinico non aveva ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale.